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Al Direttore | 06 giugno 2024, 07:40

Paziente ad alto rischio di shock anafilattico: "Vi racconto la mia disavventura in Allergologia"

La donna si sarebbe vista cambiare il consueto farmaco salvavita con uno analogo, ma di dosaggio inferiore, con l'invito ad auto-testarne l'efficacia/reazione

Paziente ad alto rischio di shock anafilattico: "Vi racconto la mia disavventura in Allergologia"

Gentile Direttore,

sono con la presente a chiederle gentile ospitalità nella pagina dedicata alle "lettere al Direttore", per dare visibilità ad un increscioso episodio personalmente subito, lo scorso 9 maggio, presso il reparto di Allergologia dell'ospedale di Asti.

Premetto che sono una paziente altamente allergica alle punture di qualsiasi insetto, in particolare, di vespe, api e calabroni. Condizione che, in passato, mi ha esposta al rischio di shock anafilattico, quindi, di intubazione, fortunatamente, superato dal pronto intervento di un medico albese. Per questa ragione, da cinque anni mi vedo costretta a ricorrere all'uso di un salvavita (adrenalina Chenpen 500mg), reperibile direttamente presso la farmacia ospedaliera del nosocomio cittadino, con tanto di piano terapico alla mano da rinnovarsi periodicamente.

In occasione della recente richiesta di rinnovo del piano terapico, quindi del salvavita in questione, mi è stato risposto che le procedure erano cambiate e che avrei dovuto farmi rilasciare, dal mio medico curante, specifica impegnativa per visita dermatologica e, previo il pagamento di un ticket di 12,90 euro, tornare alla farmacia ospedaliera per il ritiro del salvavita.

Seguite le indicazioni, tornata in ospedale, al posto del Chenpen 500mg, mi è stata consegnata un'adrenalina equivalente, ma di diverso dosaggio (300 mg) e, incredibilmente, mi è stato suggerito di auto- testare l’efficacia/reazione del diverso dosaggio provvedendo, nel caso, all'integrazione dei 200mg di differenza con un'altra autoiniettabile, da reperire a mie spese.

L'indicazione mi è dà subito parsa incomprensibile e inaccettabile, ovvero, priva di garanzie e tutela per la mia salute e al di fuori dell'etica medica e dei principi che ne regolano la professione.

Non per polemica, ma per senso civico e sociale ho deciso di segnalare l'increscioso fatto all’URP dell'ospedale e, attraverso queste pagine, vorrei poter giungere ai lettori affinché vigilino sempre sui loro diritti e sul rispetto alla persona, in particolar modo, quando si parla di salute e, ancor più, di farmaci/soluzioni salvavita.

Lettera firmata

Al direttore

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