Otto anni di reclusione, una pena che secondo il disposto della Legge Cartabia potrebbe ancora ridursi di un sesto se non verrà fatto appello. Poi 6mila euro di multa e 70mila euro di provvisionali da ripartire tra le vittime dei diversi reati contestati alla donna, col rinvio al tribunale civile per la quantificazione di risarcimenti alle parti civili a fronte di richieste presentate da queste per complessivi 2,5 milioni di euro.
Questa la condanna che il giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale di Asti Elio Sparacino ha pronunciato questa mattina nei confronti di Stanka Batashka (foto sotto), la 36enne bracciante bulgara accusata di una serie di incendi dolosi (uno dei quali, risalente al 14 settembre 2023, al centro commerciale "Il Castello" di Canelli) tra cui quello che il 19 settembre dello stesso anno aveva causato la morte di del 36enne Hu "Davide" Jie, titolare dell’Ipershop Express di Monticello d'Alba (CN), rimasto asfissiato nel magazzino di quel capannone affacciato sulla Statale 231.
La donna, detenuta nel carcere "Le Vallette" di Torino, era stata così chiamata a rispondere, tra i diversi capi d’accusa, del reato di "morte come conseguenza di altro reato": la richiesta del procuratore aggiunto astigiano Laura Deodato per questa sola accusa era stata pari a tre anni di reclusione, ridotti a due per la scelta del rito abbreviato suggerita dalla difesa, rappresentata dall’avvocato del foro di Genova Maria Montemagno.
A tale richiesta si sommavano quella che sempre l’accusa aveva avanzato per i diversi altri fatti contestati a Batashka: un totale di 11 anni e 3 mesi (oltre a 7.200 euro di multa), in questo caso ridotti a 7 anni e 6 mesi (e 4.800 euro) sempre per la scelta del rito abbreviato, per il complesso degli altri reati a scopo di lucro di cui la donna è accusata tra i due incendi appiccati ad altrettanti esercizi commerciali (l’altro era il centro commerciale "Castello" di Canelli), furti in abitazione, una rapina commessa ai danni di una donna residente a Cossano Belbo, lesioni, uso indebito di carta di credito.
Un totale di nove anni e sei mesi – la richiesta dell’accusa, già al netto dello sconto di pena di un terzo per la scelta del rito – che nel computo e secondo la valutazione operata dal giudice sono divenuti 8 visto il riconoscimento della continuazione del reato e la concessione alla donna delle attenuanti generiche.