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Vacanze Astigiane | 29 maggio 2025, 18:00

Vacanze Astigiane a caccia del Caccia e del refuso

Invito ad immergervi nell’arte di Guglielmo Caccia cominciando dalle due esposizioni di Asti e di Moncalvo. Invito a scoprire il nuovo refuso lasciato cadere nel testo

Particolare di una delle opere di Guglielmo Caccia esposte a Palazzo Mazzetti

Particolare di una delle opere di Guglielmo Caccia esposte a Palazzo Mazzetti

Ad Asti e a Moncalvo, da domenica scorsa, sono visitabili due esposizioni dedicate a Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo, nel quattrocentesimo anniversario della sua morte. Sette opere a Palazzo Mazzetti per Musei di Asti e altre sette al Museo Civico di Moncalvo. Percorso eccezionale tra capolavori di quello che viene considerato come il più importante esponente dell'arte della Controriforma in Piemonte. Arte influenzata dagli indirizzi teorici, diciamo non proprio progressisti, sul di tutto e di più del Concilio di Trento. Figlio di Giovanni Battista e di Margherita, Caccia nasce nel 1568 a Montabone, gioiellino di paese del Sud Astigiano, arroccato sul colle che gli dà nome. Borgo da visitare a prescindere, che conserva nella parrocchiale di Sant'Antonio Abate, ben quattro tele attribuite al famoso pittore montabonese.

Alle due mostre, aperte fino a settembre, suggerisco quindi di abbinare la caccia del Caccia tra alcune delle chiese che ne custodiscono opere. Non sono certo poche nell’Astigiano e, oltre a quella di Montabone, ne ho volute scegliere tre, scelta esente da preferenze artistiche, motivata più dal fascino dei posti. Mostra diffusa in cui le opere potranno essere viste nel loro contesto culturale e devozionale di origine, godendo allo stesso tempo delle bellezze architettoniche e paesaggistiche dei paesi che le ospitano. Nel testo dei suggerimenti a seguire ho volutamente inserito un refuso, nell’obiettivo di incentivare la lettura. Seconda manche di Caccia al refuso, con in premio un mio articolo personalizzato per il primo a trovarlo.

L’itinerario tra borghi dell’Astigiano a caccia del Caccia potrebbe allora cominciare a Grana, per godersi sane sensazioni dall’ampio sagrato della parrocchiale, a cui si accede attraverso un portale in noce, ottimo punto panoramico e luogo magico di pace e piacere. Il clou del posto è tanto per cambiare una chiesa. Spettacolare chiesa barocca dell’Assunta, con tanto di Sala dei Reliquiari, Museo di Arredi ed Arte Sacra e una importante tela del Moncalvo che raffigura l’Annunciazione dell’Arcangelo Raffaele a Maria.

Poi dirigetevi a Montemagno. Non me ne vorrà di certo Guglielmo, anche perché sepolto da quattro secoli, per il mio suggerire di rimirare, ahinoi solo dall’esterno, l'affascinante castello, le cui prime notizie risalgono al 972, la parrocchiale settecentesca dell’Assunta, subito sotto il castello, così scenografica con la sua ampia scalinata, e il bel borgo che gli sta attorno, prima di dedicarsi alla chiesa della Santissima Trinità dove si trova, a destra dell’altare maggiore, una Madonna col Bambino e i Ss. Carlo, Giacomo, Francesco, Giovanni Battista e santo francescano, della scuola del Moncalvo. 

Fine corsa alla parrocchiale di Casorzo, barocchissima chiesa di San Vincenzo che conserva importanti opere d'arte, a cominciare da due pale del Caccia: la raffigurazione della Madonna del Rosario, opera del 1611, e l’Intercessione di San Francesco. Rimirate le due pale, secondo me, sono imperdibili i muri di un’altra chiesa del posto, Madonna delle Grazie, "la chiesa giornale” del paese, carica di graffiti storici che citano episodi e personaggi del passato, e La Castagna, splendido ippocastano, uno degli alberi monumentali dell'Astigiano, da oltre duecento anni a dominare il sagrato della parrocchiale. Quattro metri di circonferenza e una ventina di metri d'altezza. Bellezza assoluta. 

Davide Palazzetti


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