L'industria manifatturiera astigiana apre il 2025 con il segno più negativo tra tutte le province piemontesi, registrando una preoccupante flessione del 3,5% nel primo trimestre dell'anno. Il dato emerge dall'ultima indagine congiunturale di Unioncamere Piemonte, realizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo e UniCredit.
Il risultato della provincia di Asti si inserisce in un contesto regionale già critico, dove la produzione industriale piemontese segna un -1,7%, marcando la quinta contrazione consecutiva. Particolarmente significativo è il confronto con altre realtà territoriali: mentre Vercelli mostra un timido +0,3% e il Verbano-Cusio-Ossola si mantiene stabile (+0,1%), Asti condivide le difficoltà con Torino (-3,3%), evidenziando una situazione di particolare fragilità del tessuto produttivo locale.
L'indagine, che ha coinvolto 1.731 imprese industriali piemontesi per un totale di 93.273 addetti, rivela anche alcuni segnali potenzialmente incoraggianti sul fronte degli ordinativi totali, che crescono dello 0,8%, trainati principalmente dalla componente estera (+1,8%).
Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte, sottolinea l'importanza di un approccio strategico per il rilancio: "La nostra regione è a un bivio decisivo. È necessario puntare su semplificazione burocratica, investimenti in capitale umano, un piano energetico nazionale efficace e potenziamento delle infrastrutture per rilanciare la competitività del territorio".
Nonostante le criticità, emergono opportunità di sviluppo, in particolare nel settore dell'Intelligenza Artificiale, dove il 9% delle imprese manifatturiere piemontesi dichiara di utilizzare queste tecnologie, con un significativo incremento rispetto al 2% del 2023. Questa trasformazione digitale potrebbe rappresentare una chiave di svolta per il rilancio del settore manifatturiero astigiano e piemontese.
Il quadro complessivo suggerisce la necessità di interventi mirati per sostenere la ripresa del tessuto industriale astigiano, puntando su innovazione, digitalizzazione e diversificazione produttiva per superare l'attuale fase di difficoltà.