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Economia e lavoro | 14 agosto 2025, 19:15

Inizia la vendemmia, anticipata dal gran caldo: qualità alta, mercati in allerta per le tensioni internazionali

La prima ad essere raccolta, in questi giorni, sarà Alta Langa, ma anche nel resto della Penisola, le prime forbici si muovono. Un’annata che promette bene in vigna, ma che dovrà fare i conti con clima e tensioni commerciali

Inizia la vendemmia, anticipata dal gran caldo: qualità alta, mercati in allerta per le tensioni internazionali

L’Alta Langa DOCG sarà tra le prime a dare il via alla vendemmia 2025, con i grappoli di Pinot nero già pronti per essere raccolti intorno al 15 agosto nelle vigne a media altitudine. Ma quello che succede sulle colline tra Asti e Cuneo è solo l’inizio di un rito che, nelle prossime settimane, coinvolgerà l’intero panorama vitivinicolo italiano.

Le condizioni climatiche di quest’anno – inverno mite, primavera piovosa e regolare, estate soleggiata con buone escursioni termiche – hanno favorito uno sviluppo armonico delle uve, regalando un equilibrio ottimale tra acidità e aromi. Dalle proiezioni delle associazioni di settore emerge un quadro incoraggiante: qualità alta e rese soddisfacenti, con una raccolta leggermente anticipata rispetto alle medie stagionali.

Tra ottimismo e cautela

Ma mentre in vigna si respira ottimismo, lo sguardo del comparto resta fisso anche su altri fronti. In particolare, quello dei mercati internazionali, dove l’ombra dei dazi statunitensi – che per il Piemonte potrebbero colpire fino a un terzo dell’export – impone cautela. Gli operatori sanno che, per trasformare l’abbondanza delle vigne in valore economico, sarà cruciale mantenere aperti i canali commerciali e continuare a diversificare gli sbocchi, puntando anche su Asia e America Latina.

Un’Italia che cambia ritmi e quantità

Gli osservatori dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino segnalano vendemmia anticipata su scala nazionale e, soprattutto, produzioni a due velocità: il Sud e le isole si muovono con slancio, al Nord si registra una lieve contrazione.

Al Sud, Puglia, Basilicata e Calabria brillano, con stime di produzione fino al +20 % rispetto al 2024. Stessa tendenza anche in Sardegna, con un +5 % sulle quantità medie (tra 2021 e 2023) e uve di qualità da buona a ottima . In Sicilia, le prime previsioni parlano di un aumento del 10 % in molte zone, sebbene volumi ancora inferiori alla media storica: un delicato equilibrio tra ripresa e prudenza.

Al Nord e al Centro-Nord, invece, le quantità calano tra il 10 % e il 20 %, compresa l’area Piemonte-Lombardia-Liguria, nonostante la qualità delle uve resti solida. In Trentino-Alto Adige si intravede un piccolo +2-3 %, mentre Veneto e Friuli-Venezia Giulia mostrano rispetto e timidezze diverse, specie per varietà come il Pinot Grigio.

Il Pinot Grigio e le strategie di equilibrio

Una nota a parte merita il Pinot Grigio del Nord-Est: il Consorzio DOC Delle Venezie ha deciso di intervenire sulla quantità, stabilendo una riduzione della resa massima da 180 a 170 quintali per ettaro, con possibilità di stoccaggio per gestire i volumi in eccesso—una mossa strategica per non sovraccaricare un mercato già instabile

Così, mentre nelle campagne iniziano a cadere i primi grappoli nei cesti, la vendemmia 2025 si preannuncia come un’annata da ricordare, ma con un monito: non basta fare un grande vino, serve anche riuscire a portarlo nel calice giusto.

Redazione

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