In questa settimana di ferragosto, migliaia di astigiani hanno scelto la riviera ligure per le loro vacanze estive, trovandosi però al centro di una polemica che sta infiammando il dibattito turistico nazionale: il cosiddetto "caro ombrellone". Mentre le spiagge liguri si popolano di famiglie in cerca di relax e refrigerio, la questione dei prezzi balneari continua a dividere turisti e operatori del settore, sollevando interrogativi più ampi sullo stato dell'industria turistica italiana.
"Non è solo colpa dell'ombrellone": la difesa dei balneari sanremesi
La voce degli operatori balneari, raccolta da SanremoNews, altro giornale del nostro gruppo editoriale, si leva per spiegare una realtà complessa che va ben oltre il semplice costo dell'ombrellone. Negli ultimi tempi, la questione dei prezzi per gli ombrelloni nelle spiagge è stata indicata da molti come una delle cause principali nel calo di presenze balneari registrato durante il mese di luglio, con una flessione media nazionale del 15%. Anche Sanremo, per esempio, ha risentito di questa tendenza, con gli operatori che riferiscono di aver lavorato maggiormente durante la seconda metà di giugno rispetto all'intero mese successivo.
Tuttavia, secondo i gestori delle spiagge, il problema è molto più articolato di quanto appaia in superficie. Davide Berardi, gestore di una spiaggia libera attrezzata e Presidente Confartigianato Imperia Balneari, offre uno spaccato delle difficoltà economiche che il settore deve affrontare:
"Spesso chi è esterno al nostro mondo non riesce a capire tutte le spese a cui dobbiamo far fronte. La Tari da sola mi costa 6.000 euro a stagione, a cui si aggiungono le bollette mensili tra i 1.000 e i 1.200 euro. I prezzi, almeno nel mio caso, li stabilisce il Comune, ma le spese aumentano di continuo: pulizie, manutenzione, personale da retribuire. E poi c'è il canone comunale e demaniale, che incide ulteriormente. Aumentare i prezzi non è una scelta facile, ma spesso è l'unico modo per non andare in perdita".
La posizione ferma degli operatori
Debora Delbecaro, altra operatrice del settore, adotta toni ancora più decisi nella difesa della categoria: "A Sanremo con 32 euro si può trascorrere l'intera giornata al mare con due lettini e un ombrellone. Non mi sembra una cifra eccessiva. Il problema non è solo il costo dell'ombrellone. I divieti di balneazione hanno colpito duramente, e poi c'è un'incertezza economica diffusa che spinge le persone a tagliare sulle vacanze. Il turismo cambia, ma le difficoltà aumentano".
Delbecaro pone l'accento anche sulle pressioni fiscali che gravano sul settore: "La tassazione al 22% è pesante, e spesso ci troviamo a dover coprire spese che non ci competerebbero. Lavoriamo ogni giorno per offrire un servizio di qualità, ma non possiamo essere accusati di approfittarne. Non diventiamo certo ricchi con questo lavoro. D'estate impieghiamo personale stagionale che vive di questo, non possiamo permetterci di chiudere o ridurre il personale solo perché luglio è andato male".
Il messaggio degli operatori balneari è inequivocabile: dietro i prezzi degli ombrelloni si celano costi reali, difficoltà crescenti e un contesto economico nazionale che non favorisce il settore. "I balneari non possono sentirsi responsabili, perché è un discorso molto più ampio. Noi vogliamo solo lavorare e garantire un servizio adeguato, senza vivere sulle spalle di nessuno" conclude Delbecaro.
Anche i dipendenti del settore esprimono sentimenti simili, tutti accomunati da "l'amarezza di essere giudicati e non rispettati per il proprio lavoro".
La replica dei vacanzieri: "Basta con i rincari facili"
La voce dei turisti trova espressione in una lettera arrivata alla redazione ligure che rappresenta il sentimento di molti vacanzieri provenienti dall'Astigiano e dal Piemonte: "Finalmente dico io. Finalmente la gente si rifiuta di spendere certe cifre. Tutto aumenta a due cifre mentre gli stipendi nella migliore delle ipotesi non diminuiscono, ovvio che poi la gente taglia dove può".
Si contestano direttamente le argomentazioni degli operatori: "E la causa è evidente quando un gestore afferma che 32 euro al giorno per una mini spiaggia praticamente senza servizi non le sembrano tanti forse perché a Sanremo c'è il festival. Faccia un giro altrove, all'estero, poi se ne riparla".
La proposta del lettore va al cuore del problema strutturale: "Non discuto che i costi sono tanti e alti ma allora occorre affrontare il problema a monte non continuare a pensare di risolverlo facilmente scaricando i costi sull'utente. Mi pare che quest'anno venga finalmente fuori che questa facile soluzione non può continuare. Invece di continuare a risolverlo a valle iniziate fin da ora per i prossimi anni a risolverlo a monte andando ad agire sui costi".
La conclusione tocca un aspetto fondamentale: "Alla gente è sempre piaciuto andare in vacanza se può", suggerendo che il problema non risiede nella mancanza di voglia di viaggiare, ma nella sostenibilità economica dell'offerta turistica attuale.
Mentre gli astigiani continuano a godersi le loro vacanze sulla costa ligure, il dibattito sul futuro del turismo balneare italiano rimane aperto, chiamando in causa tutti gli attori coinvolti per trovare soluzioni sostenibili che concilino le esigenze economiche degli operatori con la capacità di spesa dei turisti.