La brutta disavventura capitata lo scorso sabato a Renato Berzano, commercialista astigiano molto conosciuto anche per l'impegno politico (ex assessore al Bilancio, è attualmente stimato consigliere di maggioranza, ci offre l'occasione di raccontare un'esperienza di sanità pubblica efficiente e umana. Sabato sera, a causa di un infortunio accaduto mentre stava prestando servizio come volontario alla festa della Proloco di Casabianca, frazione in cui storicamente vive la famiglia Berzano, ha riportato una serie di ferite che ne hanno comportato il trasferimento all'ospedale di Asti in codice rosso, ovvero massima gravità.
Consigliere Berzano, partiamo dall'inizio. Cosa è successo esattamente sabato sera a Casabianca?
Eravamo nel pieno dei preparativi per la festa patronale. La nostra sede della Proloco è nella vecchia scuola, accanto alla chiesa. Prima ancora del forte temporale che poi si è scatenato, c'è stata un'improvvisa e violenta folata di vento. Questa ha fatto sbattere una finestra al primo piano, facendo staccare una vecchia lastra di vetro, di quelle fermate con lo stucco ormai secco. Il vetro è caduto, ha urtato la copertura che avevamo all'ingresso ed è esploso in mille pezzi, come una bomba a grappolo".
Lei si trovava proprio sotto ed è stato investito dalle schegge. Quali sono state le conseguenze e come sono stati gestiti i primi momenti?
Sì, quello era un punto di forte passaggio ma in quel momento, fortunatamente, sotto c'ero solo io. I frammenti mi hanno colpito su tutto il lato sinistro: in faccia, sul collo e sulla schiena. Ho iniziato a perdere molto sangue. Una scheggia mi è arrivata a un centimetro dall'occhio, mentre sul collo avevo una ferita era piuttosto profonda. La fortuna, nella sfortuna, è stata duplice: mio nipote Vittorio Cristofanini, che è un medico specializzando alle Molinette di Torino, era anche lì come volontario e mi ha prestato i primi, fondamentali soccorsi. Inoltre, come Proloco avevamo prudentemente richiesto la presenza fissa di un'ambulanza a nostre spese per tutta la durata della festa. Mi hanno caricato quasi subito e portato al Pronto Soccorso.
Una volta arrivato lì, che situazione ha trovato?
Sono entrato in codice rosso, perché l'emorragia non si fermava. Devo dire che sono rimasto positivamente sbalordito. Mi hanno subito curato la ferita sotto l'occhio: verso le 22 o le 23 è intervenuta una chirurga maxillo-facciale, una ragazza giovane e bravissima che si è accertata delle mie condizioni. Poi, mentre attendevo di accedere in sala operatoria, perché la ferita al collo continuava a sanguinare, hanno continuato a tamponarmi la ferita per rallentare il sanguinamento. Ciò che mi ha più colpito è stata la numerosa presenza di giovani: infermieri e dottori, credo avessero grossomodo tutti tra i 30 o 40 anni al massimo. Tutti estremamente preparati, disponibili e umani".
Spesso si parla di sanità in termini di numeri e disservizi. Lei, invece, sottolinea l'aspetto umano. C'è un'immagine o un momento che le è rimasto impresso? Assolutamente: il tratto umano è stato costante. Ricordo un infermiere e poi un chirurgo cardiovascolare che premevano con un dito sulla ferita per contenere l'emorragia, scusandosi per il dolore che mi stavano procurando. Anche durante l'intervento in sala operatoria, eseguito in anestesia locale da due chirurghe, continuavano a chiedermi come stessi. Quel 'mi scusi, mi dispiace' continuo, il fatto che mi dessero del lei... sono piccoli gesti che, uniti a una professionalità impeccabile, fanno un'enorme differenza. Non mi hanno mollato un minuto, mi sono sentito costantemente seguito e curato".
Tornando all'accaduto, ha accennato che in quella zona dove è avvenuto l'infortunio passava molta gente...
Sì, e questo pensiero mi ha spaventato più del resto. Ero nella postazione dove distribuivamo il vino, un punto di passaggio continuo per le persone che andavano a sedersi sotto la tensostruttura che avevamo allestito. Se quella lastra di vetro fosse caduta qualche istante prima o dopo, avrebbe potuto colpire famiglie, bambini. Il fatto che abbia beccato solo me è stato, in questo senso, un colpo di fortuna incredibile.
Continuando a parlare di "buona sorte", vi rientrano anche la presenza di suo nipote e dell'ambulanza...
Assolutamente sì, ma non solo. Alla festa c'era il mio ex collega di giunta, il dottor Gianfranco Imerito, che è subito accorso non appena ha visto cos'era successo. Ed è passato a salutarmi anche il dottor Valter Saracco, attuale consigliere di minoranza, anche lui presente alla festa. Vedere la loro preoccupazione e il loro supporto è stato rincuorante. Quella sera, tra mio nipote e gli altri presenti, eravamo decisamente 'coperti' dal punto di vista medico.
Come sta adesso e quale sarà il decorso?
Sono stato dimesso lunedì, dopo essere rimasto in osservazione. Ora ho un po' di punti di sutura e sono un po' acciaccato, ma sto bene. Superato lo spavento, resta la profonda gratitudine. In un periodo in cui si discute spesso delle carenze del sistema sanitario, la mia esperienza dimostra che abbiamo una generazione di giovani professionisti di altissimo livello, a cui dobbiamo dire solo grazie.