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Attualità | 19 agosto 2025, 08:07

Asti, continua la polemica sui piccioni: “Abbattimenti inutili e crudeli, va annullato il piano provinciale”

La XII Commissione Tutela e Diritti degli Animali chiede a Rasero di fermare la delibera: “Ci sono alternative incruente, mai davvero analizzate”

Asti, continua la polemica sui piccioni: “Abbattimenti inutili e crudeli, va annullato il piano provinciale”

Non si placa la polemica nata dopo l’approvazione, da parte del Consiglio provinciale di Asti, del piano di contenimento dei colombi che prevede la cattura e la successiva soppressione degli animali. Una decisione che aveva già fatto discutere nelle scorse settimane, attirando critiche da più parti del mondo ambientalista e animalista, e che ora trova un nuovo e forte fronte di opposizione.

A scendere in campo è la XII Commissione Tutela e Diritti degli animali dell’Intergruppo parlamentare Sud, che ieri, 18 agosto, ha inviato una nota ufficiale al presidente della Provincia, Maurizio Rasero, chiedendo l’annullamento della delibera.

“Non basta dire che i metodi incruenti non funzionano”

Durissime le parole di Diego Carmenati, vice presidente con delega al Nord Ovest della Commissione: “La necessità di contenimento dell’impatto che i colombi possono avere sulla salute pubblica, benché di assoluto rilievo, non può essere usata sbrigativamente per autorizzare chiunque abbia un fucile a sparare”.

Secondo Carmenati, il piano approvato presenta gravi lacune: “Vengono citati alcuni metodi indiretti, già adottati in passato e presentati come infruttuosi, ma non trovo traccia di alcuna analisi delle cause del loro insuccesso. Eppure sarebbe da lì che occorre partire, calibrare i necessari correttivi e riprovare con soluzioni incruente. Invece si passa direttamente alla fase della cattura con quella che viene eufemisticamente definita ‘soppressione eutanasica’, come se tutti gli spari andassero a segno, senza lasciare animali feriti e agonizzanti a lungo”.

“Gli abbattimenti non risolvono il problema”

L’esponente della Commissione cita anche gli studi scientifici sul tema: “È ampiamente dimostrato che piani di abbattimento analoghi a quello approvato non portano a una riduzione durevole del numero dei piccioni. Anzi, la popolazione torna spesso ai valori iniziali nel giro di pochi giorni. Non si capisce quindi quale sia il beneficio per la collettività, a fronte dei costi che questo piano comporta”.

Un passaggio è dedicato anche al ruolo di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale): “Il loro parere, pur obbligatorio, non è vincolante. Ma questo non significa che si possano ignorare le valutazioni scientifiche e procedere con metodi già dimostrati inefficaci”.

Una polemica che non si spegne

La vicenda si inserisce in un dibattito che ad Asti si trascina ormai da settimane. Già all’indomani dell’approvazione della delibera, le associazioni animaliste avevano parlato di “scelta anacronistica” e di “misura crudele, inutile e costosa”.  L' Amministrazione, dal canto suo non intende retrocedere, ribadendo che non esistono alternative e che la misura è appoggiata dalla stragrande maggioranza della popolazione.

Alessandro Franco


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