La vendemmia 2025 si conferma un’annata di buona qualità per produzione e caratteristiche delle uve, seppure con alcune criticità legate al clima. Le raccolte sono partite in anticipo: già dal 10 agosto per le basi spumante e dal 20 agosto per lo Chardonnay, mentre per la Barbera nel nicese si prevede l’inizio a settembre.
Dati tecnici confortanti ma non omogenei
Il Centro Studi Vini del Piemonte di San Damiano d’Asti, sotto la guida del nuovo direttore Daniele Rabbione, sta monitorando i campioni provenienti dai diversi areali. "I primi risultati indicano una vendemmia anticipata, con resa e qualità confortanti", spiega Rabbione. La siccità di luglio ha favorito una concentrazione zuccherina elevata, ma senza crolli di acidità.
L’enologo Vincenzo Gerbi avverte però: "Il disaccoppiamento tra maturazione fenolica e tecnologica rischia di essere evidente nelle zone più sabbiose o con viti giovani". Negli terreni argillosi, invece, le produzioni si annunciano eccellenti.
Il punto dei vignaioli
Gianfranco Torelli, vice Presidente Coldiretti Asti, sottolinea l’impatto positivo delle piogge recenti: "Un toccasana per la maturazione, con rese allineate ai Disciplinari". Nel nicese, il vigneron Marco Perfumo conferma: "Maturazioni equilibrate per Barbera d’Asti Superiore e Nizza Docg, raccolta prevista nella prima decade di settembre".
Mercato e politiche di riduzione delle rese
Non mancano le preoccupazioni legate a dazi, svalutazione del dollaro e crisi internazionali. Alcuni Consorzi hanno richiesto riduzioni delle rese per regolare le giacenze: il Moscato è sceso a 90 qli/ha (5 bloccati), la Barbera d’Asti potrebbe passare da 90 a 85 qli/ha.
Monica Monticone, Presidente Coldiretti Asti, chiede che queste misure non appiattiscano tutti i produttori, ma siano applicate solo dove necessario. Intanto il vino astigiano continua a essere ambasciatore nel mondo, traducendo la qualità della vendemmia in valore economico e promozionale.