C’è chi, con un pizzico d’ironia, l’ha ribattezzata “la torre di Zio Paperone”, ma la questione che ruota attorno a Palazzo Gazzelli e alla storica Torre Ponte di Lombriasco oggi non fa ridere nessuno. Dal 2022 l’edificio è letteralmente “ingabbiato” dai ponteggi, e dopo il crollo di alcuni calcinacci avvenuto nei primi giorni di ottobre, la situazione è tornata sotto i riflettori.
Un palazzo “fermo” e una sicurezza incerta
Secondo quanto riferito, un sopralluogo dei Vigili del Fuoco avrebbe evidenziato un rischio concreto di crollo sia per la struttura del palazzo che per le impalcature stesse. Il Comune ha reagito disponendo la chiusura di un tratto di via Quintino Sella, ma la misura è rimasta più teorica che reale: il divieto di transito, infatti, viene regolarmente violato da veicoli e pedoni, complice la mancanza di segnalazioni chiare sui motivi della chiusura e sui pericoli effettivi.
L’interpellanza dell’opposizione
I gruppi consiliari di opposizione hanno depositato un’interpellanza per chiedere alla Giunta quali azioni siano state intraprese per garantire la sicurezza e verificare lo stato del palazzo e dei ponteggi. "Abbiamo chiesto se il Comune abbia incaricato tecnici specializzati per valutare le condizioni di sicurezza dell’immobile e delle impalcature – spiegano i consiglieri – Si tratta di un palazzo storico, tra i più belli del centro cittadino: eventuali crolli non solo rappresenterebbero un rischio per la sicurezza pubblica, ma anche un danno enorme al patrimonio artistico e culturale della città".
Il nodo del contenzioso
A complicare la vicenda - come scritto nell'interpellanza . c’è un complesso contenzioso tra i proprietari che, da anni, blocca ogni tentativo di ripresa dei lavori di ristrutturazione. Intanto il palazzo resta fermo, prigioniero delle impalcature, mentre sul marciapiede i segni dei calcinacci caduti sono ancora ben visibili.
Il fascino di Palazzo Gazzelli non è solo architettonico. Il complesso include la Torre Ponte di Lombriasco, una struttura medioevale del XIII secolo, oggi mozzata ma ancora imponente, con mura che superano gli otto metri d’altezza. È proprio questa torre che, secondo alcuni studiosi e appassionati di fumetti, avrebbe ispirato Carl Barks, il geniale disegnatore Disney che nel 1947 diede vita a Paperon de’ Paperoni e al suo celebre forziere.
Oggi, però, chi cerca la torre nelle guide turistiche trova solo impalcature arrugginite e un cantiere abbandonato. Un paradosso che mescola storia, arte e fantasia, ma che rischia di trasformarsi in un capitolo amaro per la città se non si interverrà presto a chiarire le reali condizioni di sicurezza e le prospettive di recupero.