Un confronto sul futuro del territorio
La sala conferenze della Pininfarina Spa di Cambiano ha ospitato l’incontro “Imprese e territori resilienti: affrontare il cambiamento demografico”, promosso dal Gruppo Imprese Chieresi (GIC). L’appuntamento ha riunito il mondo produttivo, le istituzioni e gli amministratori locali per discutere le sfide legate al calo demografico e alla perdita di competitività dell’area a sud-est di Torino.
«Abbiamo un bel rapporto con questo territorio e qui troviamo molte delle competenze che ci servono per crescere – ha dichiarato in apertura Silvio Angori, CEO di Pininfarina – un’azienda è sempre lo specchio del contesto in cui opera. Per questo per noi è un privilegio far parte del GIC e ospitare questa conferenza».
“Scegliere” come parola chiave
Nel suo intervento di apertura, il presidente del GIC Dario Kafaie ha ringraziato per l’ospitalità “in questa cattedrale dello stile e del design”, invitando le imprese e le istituzioni locali a scegliere di agire insieme per il futuro del territorio. «Ho scelto questa parola come filo conduttore – ha spiegato – perché significa avere il coraggio di innovare, guidare la propria impresa o comunità verso nuovi orizzonti e contribuire alla coesione territoriale».
Kafaie ha sottolineato come fragilità demografica e perdita di competitività siano “due crisi che si alimentano a vicenda”, richiamando i dati sull’aumento dell’indice di vecchiaia e sulla difficoltà di reperire manodopera. «Trovare forza lavoro sarà sempre più complicato – ha ammonito – per questo la politica industriale e la politica demografica devono essere pensate insieme».
Mobilità, giovani e infrastrutture
Tre le priorità individuate dal GIC: mobilità e trasporto pubblico, attrazione dei giovani e infrastrutture. «L’83% delle imprese del territorio si dichiara insoddisfatto dell’attuale TPL – ha ricordato Kafaie – è necessario riorganizzarlo in funzione della domanda reale dei lavoratori».
Altro nodo centrale è la necessità di trattenere i giovani e, in particolare, le giovani donne, investendo su formazione, servizi e piani regolatori “che bilancino spazi produttivi e aree residenziali, evitando che le zone industriali si trasformino in centri commerciali”.
Sul fronte infrastrutturale, il presidente ha richiamato l’urgenza di trasformare le visioni in opere, citando gli sforzi compiuti dal GIC per ottenere lo svincolo autostradale all’altezza di Masio e il sogno della Metro 3, “una linea che unisca territori, persone e opportunità”. «Il futuro del Chierese è una scelta collettiva – ha concluso – se sapremo agire insieme, potremo dire ai nostri giovani che qui c’è spazio per loro, per costruire una carriera, una famiglia, una vita piena. Il futuro non si eredita: si costruisce, insieme».
Il dialogo tra imprese e istituzioni
Dopo l’intervento della professoressa Marina Puricelli dell’Università Bocconi, che ha evidenziato il valore delle PMI come modello di sviluppo radicato nei territori, il dibattito ha coinvolto i sindaci della zona.
Alessandro Sicchiero, primo cittadino di Chieri, ha ribadito “l’importanza del confronto con le imprese”, citando il processo di revisione del PRGC. Per Umberto Musso, sindaco di Castelnuovo Don Bosco, “le infrastrutture sono il cardine dello sviluppo: senza collegamenti efficienti, i giovani non restano”. Sulla stessa linea Giuseppe Grande, sindaco di Moriondo Torinese, ha esortato a “investire sulle infrastrutture e ad aprirsi al mondo, per attrarre nuova forza lavoro”. Carlo Vergnano, sindaco di Cambiano, ha infine sottolineato “il valore di momenti di dialogo come questo, che permettono di condividere necessità ed esperienze”.
Regione Piemonte: “Collaborare tra pubblico e privato”
A chiudere i lavori è stato Andrea Tronzano, assessore regionale alle Attività Produttive: «Il GIC non fa politica, ma crea occasioni di incontro e ascolto: questa è la sua forza – ha dichiarato – Dobbiamo collaborare tra pubblico e privato, perché uno fa fatica senza l’altro. Come Regione continueremo a sostenere innovazione, specializzazione e radicamento territoriale delle nostre imprese, in parallelo all’apertura ai mercati mondiali».
Tronzano ha infine affrontato il tema delle multinazionali: «Non dobbiamo né temere né rifiutare a priori il rapporto con queste realtà, bensì fare in modo che interagiscano con i nostri territori».














