Halloween non è più solo una festa d'importazione americana, ma è diventata un vero e proprio motore economico per l'agricoltura italiana. La "zucca economy" ha superato quest'anno il valore di 30 milioni di euro, registrando una crescita significativa sia nella produzione che nei consumi, secondo l'analisi diffusa da Coldiretti Piemonte in vista della festività di Ognissanti.
Un raccolto in ripresa
La stagione 2025 ha segnato un netto miglioramento rispetto all'anno precedente, con un raccolto nazionale che dovrebbe attestarsi sulle 40mila tonnellate. Un risultato positivo nonostante le rese si siano mantenute contenute a causa degli effetti persistenti dei cambiamenti climatici che continuano a condizionare l'andamento agricolo.
Il Piemonte si conferma tra le regioni protagoniste di questo settore, con una produzione che coinvolge oltre 1000 aziende per un quantitativo complessivo di 20mila quintali. Le zucche piemontesi si distinguono per le loro qualità organolettiche elevate e una polpa particolarmente ricca di antociani e sostanze antiossidanti, caratteristiche favorite dalle forti escursioni termiche tra giorno e notte tipiche del territorio regionale.
Dalla cucina tradizionale alle nuove tendenze
L'aumento dei consumi è trainato dalla riscoperta delle ricette tradizionali e dall'innovazione culinaria. In Piemonte le zucche trovano impiego soprattutto nella preparazione di risotti, minestre e zuppe, piatti della tradizione contadina che stanno vivendo una seconda giovinezza.
I cuochi contadini di Campagna Amica negli agriturismi regionali propongono in questi giorni un ricco menù a base di zucca: dal classico risotto con salsiccia e zucca al più sofisticato flan con crema di Castelmagno, passando per la zucca al forno e la crema di zucca e porri.
Il fenomeno dello "zucca turismo"
Una delle novità più interessanti è l'affermazione anche in Italia del "pumpkin patch", il campo di zucche da visitare. Si tratta di veri e propri parchi tematici agricoli, luoghi di atmosfera allestiti tra zucche, piante di mais e casette di legno, a metà strada tra il parco-giochi e la casa dei fantasmi.
Questo nuovo segmento del turismo rurale, definito "zucca turismo", sta riscuotendo successo crescente perché riesce a far divertire i più piccoli e al tempo stesso soddisfare gli adulti, sempre più interessati alla scoperta dei prodotti agricoli locali e delle tradizioni enogastronomiche legate alla zucca.
L'importanza della qualità locale
"Sia che si scelga da gustare a tavola sia come prodotto da intaglio, è essenziale però puntare a un prodotto di qualità Made in Piemonte", sottolineano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale.
I due dirigenti agricoli evidenziano come "la zucca è un prodotto ricco di vitamine e dalle innumerevoli proprietà che non può mancare nella stagione invernale. Il modo migliore per essere sicuri della genuinità del prodotto acquistato, è rivolgersi ai produttori locali, direttamente in azienda o presso i mercati di Campagna Amica diffusi in modo capillare in Piemonte".
Tracciabilità e sicurezza alimentare
La scelta del prodotto locale non è solo una questione di sostegno all'economia territoriale, ma anche di sicurezza alimentare. Come precisano i rappresentanti di Coldiretti, acquistare direttamente dai produttori piemontesi "è possibile avere conferma della tracciabilità del prodotto e garanzia di qualità, onde evitare il rischio di portare a tavola zucche provenienti da paesi dove non vigono le stesse regole e controlli".
Un settore in crescita
Il successo della zucca rappresenta un esempio virtuoso di come le tradizioni agricole possano rinnovarsi e trovare nuovi sbocchi commerciali. Dal campo alla tavola, dall'intaglio decorativo al turismo esperienziale, questo ortaggio sta dimostrando di avere potenzialità economiche significative, contribuendo alla valorizzazione dell'agricoltura piemontese e italiana in un periodo in cui il settore primario cerca nuove vie di sviluppo sostenibile.
La "zucca economy" conferma inoltre come fenomeni culturali inizialmente percepiti come estranei alla tradizione italiana possano essere reinterpretati e integrati nel tessuto produttivo locale, generando valore aggiunto per le comunità rurali.














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