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Attualità | 01 novembre 2025, 13:40

“Tre spanne di umanità in più di noi”: il racconto del direttore Gorgoni dopo l’ennesima aggressione al Pronto Soccorso

Il direttore dell’Asl AT descrive in un post la stanchezza, la paura e insieme la straordinaria umanità del personale, capace di provare compassione anche per chi li colpisce

Il direttore generale dell'Asl AT Giovanni Gorgoni

Il direttore generale dell'Asl AT Giovanni Gorgoni

“Bene ma non benissimo…Me ne torno dagli affetti che mi attendono da due settimane con l’umore un po’ sospeso, e il treno notturno che scivola ondulando sulle rotaie verso sud fa quasi tintinnare a ogni sussulto i pensieri, mischiati come i bottoni assortiti nella scatola di latta fiorita delle nonne. Qualche bottone però è più grosso degli altri…”

Così inizia il lungo messaggio, pubblicato su Facebook, del direttore generale dell'Asl AT Giovanni Gorgoni, in riferimento agli ultimi atti di aggressione avvenuti pochi giorni fa al Pronto Soccorso del Cardinal Massaia. L’uomo, non nuovo a tali comportamenti, è stato poi arrestato dalle forze dell’ordine, intervenute grazie al "pulsante rosso" di emergenza.

Dopo la scarcerazione, però, nel pomeriggio dello stesso giorno, il protagonista della vicenda è tornato al pronto soccorso, deciso a “farsi giustizia” dell’infermiere che lo aveva fermato. Anche in quel caso è stato prontamente fermato dalla polizia, senza nuovi incidenti, come racconta lo stesso Gorgoni. Da qui sono state predisposte ulteriori misure di sicurezza per tutelare il personale. Ma, nonostante la tranquillità della notte, l’aggressore si ripresenterà il mattino seguente, nuovamente rilasciato a causa della mancanza degli estremi per la carcerazione.

L’ultima visita del direttore generale, però, oltre a sottolineare un problema che ormai da tempo rende difficile la vita del personale sanitario, ha mostrato il lato umano di chi ogni giorno lavora al pronto soccorso: “Nell’ora e mezza che passo con loro mi trasferiscono rabbia, senso di insicurezza e ansia, e pure mi sorprende che riescano a esprimere compassione per quello che definiscono un povero disgraziato con problemi di dipendenza”.

“Sa, direttore, noi siamo come una famiglia qui, che diventa più grande ogni notte quando riceviamo almeno quattro-cinque alcolizzati e ogni tanto quelli fuori di testa che conosciamo da tempo. Sappiamo come prenderli e quando sono ragionevoli li sediamo, quasi sempre li facciamo mangiare e dormire - spiega il personale a Gorgoni - “Ma non ci sentiamo comunque al sicuro. Pensi che alcune sere fa una signora distinta, che non abbiamo fatto entrare nei box visita occupati, ci ha detto ‘Fanno bene a picchiarvi e a farvi uscire sul giornale’”.

Parole che lo stesso direttore riceve come un duro “cazzotto” emotivo: “Chi lavora in pronto soccorso di questi tempi ha almeno tre spanne di umanità in più rispetto a noi”.

Redazione

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