Il secondo weekend di novembre, sabato 8 e domenica 9, segna il ritorno della Fiera nazionale del Tartufo Bianco del Monferrato a Montechiaro d’Asti, un appuntamento che non è solo una celebrazione del gusto, ma anche un modo per scoprire un territorio ricco di storia, cultura e arte. Quest’anno, la manifestazione coincide con un anniversario speciale: Montechiaro compie 825 anni dalla sua fondazione e festeggia anche il riconoscimento come neo Comune turistico del Piemonte.
Il tartufo, simbolo per eccellenza del Monferrato, non è soltanto un ingrediente prezioso, ma il filo conduttore che intreccia paesaggio, economia e tradizione. Intorno a lui si è costruito nel tempo un vero e proprio rito collettivo, capace di scandire l’anno e di unire la comunità. Alla vigilia dell’arrivo di Re Tartufo, Montechiaro si prepara con pranzi, cene, spettacoli, mercatini del gusto, musica e iniziative culturali che trasformano il borgo in un laboratorio di esperienze e incontri.
Un borgo medievale tra arte e spiritualità
Il paese si racconta anche attraverso il suo patrimonio storico e artistico. Cuore del percorso è la chiesa di San Nazario, capolavoro romanico del XII secolo, capofila di un circuito di tredici chiese del concentrico e dei suggestivi piloni di San Dionigi e Beronco. L’itinerario “Romanico in collina” offre l’occasione di ammirare un patrimonio architettonico unico, specchio dell’identità montechiarese.
Tartufarte: l’arte del gusto e il gusto dell’arte
Nel presidio culturale dell’ex scuola elementare di via Piensenzana, prende il via Tartufarte, rassegna che unisce arte e gastronomia con la mostra “L’arte del gusto, il gusto dell’arte”, dedicata agli 825 anni di fondazione del Comune di Montechiaro. In esposizione il Codex Montechiarensis, i martelli d’epoca di Antonio Casarin, materiali sulla storia della Fiera dal 1988 e una rassegna stampa che ripercorre il cammino della manifestazione fino al suo riconoscimento nazionale nel 2008.
Nell’ex sede storica del Comitato Palio di via Vittorio Emanuele 8, Tartufarte continua con una collettiva di artisti provenienti da tutta Italia — tra cui Elena Bellaviti, Giuseppe Bonavia, Marina Bottero, Gisella Carlevaro, Valter Ghio, Pietro Macchiolo, Carla Novello, Cesare Oneda, Libero Petrone, Biagio Russo, Vittorio Zitti e molti altri — a testimonianza di una fiera che è anche crocevia di linguaggi e creatività.
Mostre, ricordi e identità
Accanto alle esposizioni artistiche, la Fiera ospita la mostra fotografica “L’amore non alza le mani, ma ti prende per mano”, dedicata al tema della violenza sulle donne e curata da Beatrice Bonino e Virginia Salvi di Cortemilia. Spazio anche alla memoria con “Gente del mio paese al Palio 1976” di Domenico Binello, l’esposizione di costumi paliofili degli anni Trenta, la rievocazione “Sette anni di gloria” sulla rinascita del Palio e un commosso ricordo del rettore Gianmarco Rebaudengo, figura storica e vincente della corsa.
Non mancano i presepi realizzati con materiale riciclato a cura di Rita, simbolo di creatività e sostenibilità, e una sezione dedicata ai saperi e alle curiosità del Basso Monferrato, testimonianza viva della comunità che continua a raccontarsi attraverso le proprie tradizioni.
Un viaggio tra gusto e memoria
La Fiera del Tartufo Bianco del Monferrato si conferma così non solo come una vetrina d’eccellenza gastronomica, ma come un viaggio corale tra storia, arte e identità, dove ogni iniziativa contribuisce a rinnovare il legame profondo tra Montechiaro e il suo territorio.














