Una nuova classificazione che rischia di creare disparità e penalizzare proprio i territori più fragili. È forte la preoccupazione espressa dai consiglieri regionali del Partito Democratico, l'astigiano Fabio Isnardi e Mauro Calderoni, riguardo alla Legge 131 del 12 settembre 2025, che introduce nuove disposizioni per il riconoscimento delle zone montane.
La normativa prevede una riclassificazione dei comuni basata principalmente su criteri rigidi come l'altimetria e la pendenza del territorio. Un approccio che, secondo i consiglieri, non basta. "Le Regioni e le associazioni di comuni hanno già segnalato come i nuovi parametri, troppo rigidi e puramente orografici, non tengano conto della complessità socio-economica dei territori", spiegano.
Il timore è fondato su dati concreti: secondo le prime simulazioni effettuate dalla struttura tecnica regionale, i comuni montani in Piemonte potrebbero passare dagli attuali 486 a 420. Una riduzione netta di 66 municipi, che vedrebbero così messi a rischio finanziamenti e politiche di sviluppo cruciali.
Il Partito Democratico chiede quindi che nel decreto attuativo della legge vengano inseriti anche indicatori di fragilità territoriale. L'obiettivo è "evitare esclusioni ingiuste e garantire continuità nei finanziamenti", specialmente per quelle aree che, pur non trovandosi ad altissime quote, vivono le difficoltà tipiche della montagna, come lo spopolamento, la perdita di servizi e l'isolamento.
Tra le zone che potrebbero essere toccate da questa riclassificazione vi sono anche i 15 comuni della Langa Astigiana, riconosciuti nell'Unione Montana Langa Astigiana Val Bormida: Bubbio, Cassinasco, Castel Boglione, Cessole, Loazzolo, Mombaldone, Monastero Bormida, Montabone, Olmo Gentile, Roccaverano, Rocchetta Palafea, San Giorgio Scarampi, Serole, Sessame e Vesime.
Inoltre l'impatto della nuova legge preoccupa anche per le ricadute pratiche: "Occorre inoltre capire come questa riclassificazione impatterà sul riparto del FOSMIT, sul fondo regionale per la montagna, sul fondo per le gestioni associate e sulle misure del PSR", sottolineano i consiglieri.
Per questo, Isnardi e Calderoni chiedono alla Giunta regionale di prendere una posizione netta: "Chiarisca quale posizione intende assumere nella Conferenza delle Regioni e quali azioni metterà in campo per tutelare i comuni piemontesi a rischio esclusione". "La montagna piemontese ha bisogno di politiche di coesione, non di nuove disparità".














