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Attualità | 04 dicembre 2025, 11:45

Confartigianato e Coldiretti donano al vescovo la statuina del presepe 2025

Un simbolo di integrazione, sicurezza sul lavoro e protagonismo femminile in agricoltura e edilizia, realizzato dal maestro artigiano Claudio Riso

Confartigianato Asti e Coldiretti Asti hanno consegnato oggi al vescovo di Asti, Marco Prastaro, la statuina del Presepe 2025, che quest’anno rappresenta il lavoro nei settori dell’agricoltura e delle costruzioni. L’iniziativa, giunta ormai a tradizione annuale, ha l’obiettivo di far emergere i temi dell’integrazione e dell’inclusione, accompagnati dalla cultura della sicurezza sul lavoro, aggiungendo al presepe figure che parlino del presente e del futuro.

Il Presepe è definito dalle due associazioni come una delle tradizioni che trasmettono speranza e serenità anche nei momenti difficili, la “buona Novella” che diventa presente, simbolo di rinascita, cammino e vicinanza alle persone e al territorio. Per rafforzare l’attualità del messaggio, ogni anno vengono introdotte nuove figure e nuovi mestieri: nel 2020 la solidarietà durante il Covid, nel 2021 l’innovazione digitale, nel 2022 la sostenibilità ambientale, nel 2023 la formazione e l’apprendistato, nel 2024 la qualità del cibo made in Italy.

"Affrontare con coraggio i cambiamenti rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro", sottolineano i rappresentanti delle due organizzazioni.

"La statuina di quest’anno – dichiarano il presidente di Confartigianato Asti, Roberto Dellavalle, e la presidente di Coldiretti Asti, Monica Monticone rappresenta la capacità degli imprenditori del settore artigiano e del mondo agricolo di costruire comunità attorno al lavoro, promuovendo integrazione, rispetto e collaborazione. Richiama inoltre l’importanza della sicurezza sul lavoro come attenzione concreta verso le persone e il nuovo protagonismo femminile nelle nostre campagne, dove la figura dell’imprenditrice sta diventando sempre più determinante in termini di innovazione e di welfare".

Come nelle edizioni precedenti, il manufatto è stato realizzato dal maestro artigiano leccese Claudio Riso, che ha saputo tradurre questi valori in un simbolo semplice e immediato, destinato a entrare nel presepe diocesano come segno di una comunità che lavora, include e guarda al domani.

Redazione

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