Giornate di ricerca del regalo originale anche nell’astigiano.
Ma quali sono i prodotti più modaioli per il Natale 2018? Se le nuove tendenze inducono a guardare al territorio e a regali km0 e originali, nel settore agroalimentare c’è una tipicità locale che sta registrando un rinnovato interesse: i distillati.
Il bilancio positivo di questa stagione arriva già con anticipo rispetto alla chiusura dell’annata natalizia dalla grapperia più storica del Piemonte: Mazzetti d’Altavilla – Distillatori dal 1846. Forte della sua posizione molto vicina al territorio astigiano, una parte considerevole delle grappe prodotte in cima alla collina di Altavilla Monferrato derivano da vinacce astigiane.
E dunque quali sono le grappe più richieste dalla clientela locale e maggiormente degustate presso la sede della distilleria?
A vincere il duello resta sempre l’aromatica per eccellenza, un vero simbolo della distillazione astigiana: il Moscato. La fruttata e amabile Grappa di Moscato piace e attira sempre più l’attenzione anche di persone non ancora vicine al mondo dei distillati. Non è un caso che nell’astigiano vi siano locali che la utilizzano anche in una nuova e aromatica miscelazione, come il barman Nicola Mancinone dei Gatti Randagi, selezionato anche nel Calendario Artistico 2018/19 di Mazzetti d’Altavilla dedicato appunto ai cocktail con distillati piemontesi. A partire dalla Grappa di Moscato Mazzetti d’Altavilla ha da poco lanciato una novità: 1786, ossia una Grappa di Moscato che termina l’invecchiamento in botti precedentemente usate per il Vermouth di Torino (la data è infatti quella della prima fondazione del tipico Vermouth da parte di Antonio Benedetto Carpano). Una chicca davvero molto astigiana.
Ma un interesse crescente in questi ultimi anni è stimolato dalla Grappa di Ruchè: Mazzetti d’Altavilla ne ha fatto un vero e proprio portabandiera piemontese creando la Grappa 7.0 (sette come i comuni dove è coltivato il Ruchè e come le generazioni della Famiglia Mazzetti e zero come i km percorsi dalla vinaccia per essere distillata e come l’impatto ambientale degli impianti di Mazzetti d’Altavilla). Impossibile dimenticare il vitigno rosso per eccellenza: parliamo della Barbera, dai sentori di prugna e amarena.
Ma al di là dei regali, come utilizzare le grappe astigiane sulle tavole natalizie delle prossime settimane? Mazzetti d’Altavilla, oltre a lavorare intensamente sulle possibilità di attenta miscelazione, ha dato avvio ad uno studio sulle opportunità di accostamento gastronomico per creare abbinamenti di esaltazione di profumi ed aromi specifici o di contrasto fra distillati e alimenti molto differenti che si compensano nei loro eccessi l’un l’altro.
E dunque come proporre al meglio (oltre al classico uso dopo pasto) i distillati più rappresentativi dell’astigianità?
Con la Grappa di Moscato Invecchiata da provare è l’abbinamento molto originale con miele di acacia disposto su fresche foglie di salvia per intensificare tali sentori tipici del vitigno Moscato… restando fra i profumi delle colline astigiane.
E col Ruchè? Se si tratta di Grappa giovane per stupire gli ospiti a tavola si potranno proporre violette candite o marmellata di rose per esaltare i profumi floreali oppure, nel caso della 7.0 è perfetto il connubio con un elemento immancabile dei pasti delle Festività: il torrone.
Infine la Grappa di Barbera: tutta da assaporare con confettura di prugne o – perché no per sfumare qualche risotto, ad esempio con fave, carciofi e un elemento esotico rispetto all’astigianità come è l’avocado.
Gli abbinamenti sono tanti e Mazzetti d’Altavilla li presenta su www.mazzetti.it oppure al ristorante Materia Prima, nato proprio in questo 2018 presso la sede per esaltare le nuove frontiere del distillato astigiano.