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Cultura e tempo libero | 24 agosto 2019, 10:30

Viviamo in un posto bellissimo dove Carla è chiamata Laura

Nuova puntata di invito ad approfondire l’unicità di Asti e dell’Astigiano, dedicata ai loro valori distintivi e alle loro potenzialità turistiche

Viviamo in un posto bellissimo dove Carla è chiamata Laura

Mia moglie Carla non sarebbe certo felice la chiamassi, anche solo occasionalmente, Laura. Allo stesso modo non lo sono io, nel continuare a sentir chiamare il nostro territorio non con il suo nome. Sappiamo che a questo posto bellissimo manca solo la capacità di raccontarsi e di promuovere tutto il bello che lo circonda. Abbiamo un’incredibile sovrabbondanza di risorse turistiche, abbiamo originalità, tipicità e reputazione. Abbiamo un terroir con un nome importante: Astigiano. Usiamolo. Terroir inteso come spazio geografico dove una comunità ha costruito, nel corso della storia, un sapere collettivo, un unicum prezioso, evidente valore di cui i turisti non possono che essere golosi.

Giusto il mondo del vino ha capito da un po’ il valore dei terroir, delle differenze che diventano leva commerciale. Ecco allora il Nizza o il Canelli. Incomprensibile che lo stesso approccio non voglia essere applicato al turismo. Lo stucchevole aneddoto del turista americano che vuol sapere quante ore d'aereo ci siano tra Alba e Asti, raccontato per sostenere la tesi di dover vendere l'area vasta (definizione che personalmente trovo terribile), secondo me non regge proprio, non regge più. Lo Stato si occupa di convincere quel turista a venire in Italia, la Regione di fargli scegliere il Piemonte, gli Enti locali di presentare il loro principale plus, le differenze: storiche, di attrazioni, costumi, tradizioni, prodotti, vino e cucina. Differenze per farlo fermare più a lungo. Differenze che nelle varie denominazioni territoriali hanno punto fondamentale di evidenza.

In un recentissimo studio di Banca d’Italia sul turismo nazionale, trova conferma proprio la tendenza, già sfruttata da anni in altri Paesi, di promuovere più che tutto la varietà del prodotto turistico, partendo dalle denominazioni territoriali. Non più ricerca di territori allargati, ma tante nicchie da usare per sviluppare domanda e permanenza media. Anche la Regione, con calma, ha iniziato recentemente ad esplorare il tema, con una promessa legata al nuovo marchio di promozione VisitPiemonte: A surprise every day.

Voleste partecipare, scegliendo di essere astigiani, invece di monferrini, vedrei due primi obiettivi: la ragione sociale della nuova ATL, oggi Langhe Monferrato e Roero, facilmente variabile inserendo anche il termine Astigiano; al prossimo appuntamento caffè chiedetelo al nostro Sindaco, oppure sindaco@comune.asti.it, è nel cda dell’ATL, è astigiano, dovrebbe essere facile. Meno facile, ma perché non provarci, potrebbe essere farlo inserire nella denominazione ufficiale dei Paesaggi vitivinicoli, nonostante Nizza e Canelli, due delle core zone Unesco, si trovino nell’Astigiano; qui il contatto è il site manager Roberto Cerrato, direttore@paesaggivitivinicoli.it.

Usciamo, spero se ne stia uscendo, da anni assai difficili, per la quasi totale assenza di promozione turistica e quella poca, sbagliata nel posizionamento (outdoor), anni in cui i valori del nostro territorio sono stati sostituiti con quelli di un altro, così come il suo nome, e i turisti ci hanno abbandonato. Confido presto cambi e spero che, non aveste avuto ancora occasione di farlo, l’articolo vi spinga da domani a chiamarlo correttamente, sempre più orgogliosi di vivere in questo posto bellissimo.

Davide Palazzetti

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