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Sanità | 10 gennaio 2019, 16:31

Ad Asti, in attesa del nuovo direttore generale Asl, cambiamenti in arrivo e pensionamenti

Prossimo anche il concorso per infermieri

L'ospedale di Asti

L'ospedale di Asti

Da una settimana l’ormai ex direttore generale Asl At Mario Alparone dirige l’Azienda socio-sanitaria territoriale di Monza e, in attesa di capire chi prenderà il suo posto, il direttore sanitario Gloria Chiozza è “facente funzioni”. Si presume l’arrivo di un commissario, ma al momento tutto tace.

Il 2019 però si è aperto all’insegna delle novità in qualche reparto. Franco Testore, primario dell’oncologia, collocato a riposo sarà sostituito dal dottor Valter Saracco, in attesa dell’arrivo di Marcello Tucci il 1° febbraio, il dottor Federico Cesarani, primario di Radiologia, in attesa di conoscere l’esito del concorso, sarà sostituito dal facente funzioni, Riccardo Scognamiglio. Lo “storico” primario di Geriatria Roberto Graziano Iraldi, in attesa del bando di concorso sarà sostituito dalla dottoressa Laura Norelli.

I 14 gennaio Tiziana Ferraris subentrerà a Roberto Gerbi, direttore sanitario di presidio (al momento la facente funzioni è Roberta Broda), mentre Marcello Francesconi direttore sanitario delle Case della salute della provincia e degli altri presidi extra ospedalieri convenzionati è stato sostituito da Gianfranco Masoero (il bando di assunzione non è ancora stato pubblicato).

Finalmente è in arrivo il concorso per infermieri. La Asl di Asti da tempo ha bisogno di nuovo personale infermieristico, il rapporto tra infermieri e pazienti è – come spiega la Nursind sindacato professioni infermieristiche - è ben lontano dalla media europea.

Allo stato attuale, prendendo in esame la tabella elaborata dell'OMS, la media è ben distante da quella ideale di un infermiere ogni 6 pazienti. In Asl AT, infatti, il dato giornaliero parla di 12 pazienti ogni infermiere, e la situazione è ancora peggiore di notte, dove questo rapporto sale addirittura a 1/16.

Purtroppo – dicono dalla Nursind - ancora oggi, il metodo per il calcolo del fabbisogno di personale aziendale si basa prettamente su un’analisi dei costi, tralasciando quello che è la mission di un’Azienda Sanitaria, cioè quella di ‘dare’ salute. Il fabbisogno di personale non deve essere calcolato allo stesso modo di quante persone ci devono essere davanti ad una catena di montaggio, oppure legati alla produzione di un prodotto in un determinato modo e tempo. Proprio per questo, da tempo chiediamo l’adozione del ‘Metodo per la definizione del fabbisogno di personale di assistenza infermieristica ed ostetrica’ proposto dal Coordinamento Regionale O.P.I. Piemonte, un metodo che non tenga conto solamente dei numeri, ma soprattutto di quelle che sono le reali esigenze sanitarie dell’utenza”.

 

 

 

Betty Martinelli

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