Dopo un lungo e articolato percorso di ascolto, la Regione Piemonte ha approvato la versione definitiva del Piano Sociosanitario 2025–2030, un documento strategico atteso da oltre trent’anni che ridisegna l’organizzazione della sanità piemontese per i prossimi anni. Il Piano è frutto di un ampio processo partecipativo che ha coinvolto oltre 300 realtà tra associazioni, Ordini delle Professioni Sanitarie, sindacati e istituzioni.
Proposto dall’assessore alla Sanità Federico Riboldi, il Piano mira a dare risposte concrete ai bisogni emergenti di salute e a rafforzare il sistema sanitario con modelli più moderni, integrati e territoriali. Tra i principali elementi di novità, il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo delle professioni sanitarie, a partire da infermieri, ostetriche, fisioterapisti, tecnici e professionisti della riabilitazione e prevenzione.
Un nuovo ruolo per le professioni sanitarie
Gli Ordini delle Professioni Sanitarie hanno accolto con favore l’approvazione del Piano, sottolineando in particolare la valorizzazione dell’infermiere di famiglia e di comunità, figura chiave nelle Case della Comunità e nei servizi domiciliari, soprattutto per le persone con cronicità o non autosufficienti.
"È un passo fondamentale per la qualità e l’innovazione del nostro sistema sociosanitario – commenta Ivan Bufalo, presidente OPI Torino e del Coordinamento regionale degli Ordini Infermieristici –. Il riconoscimento dell’autonomia e delle responsabilità organizzative, con l’istituzione del Dipartimento Assistenziale affidato a professionisti non medici, rappresenta un cambiamento culturale e operativo di grande rilievo. Ora serve una rapida traduzione in norme, atti e risorse".
Il contributo delle professioni tecniche e della riabilitazione
Soddisfazione anche da parte dell’Ordine delle Professioni Sanitarie Tecniche della Riabilitazione e della Prevenzione, rappresentato da Giuseppe Smeraldi, che ha evidenziato l'importanza della multidisciplinarietà e dell’integrazione nei team territoriali. "Il Piano riconosce il valore delle nostre 18 professioni e rafforza l’attrattività delle competenze specialistiche", ha dichiarato.
Le ostetriche: serve inclusione a ogni livello
Le presidenti degli Ordini delle Ostetriche, Michaela Centofanti e Maccagnola, hanno espresso fiducia e attenzione per i prossimi sviluppi: "Ora il nostro sguardo è rivolto all’inclusione della professione ostetrica in tutti i livelli del sistema, dall’assistenza alla dirigenza. Il Piano è un buon punto di partenza, ma serve completare il lavoro nei tempi più rapidi possibili".
Il ruolo della fisioterapia nel nuovo modello
Anche i fisioterapisti, tramite la presidente dell’Ordine Piemonte-Valle d’Aosta Sabrina Altavilla, sottolineano l’importanza della riabilitazione nel contesto territoriale: "Il Piano riconosce la fisioterapia come componente strategica nella presa in carico della fragilità. Sviluppare percorsi di carriera manageriali e integrare pienamente il fisioterapista nei team multidisciplinari è fondamentale per una sanità moderna ed efficiente".
Prossimi passi: attuazione concreta e risorse
Tutti gli Ordini professionali concordano su un punto: il Piano è un'importante dichiarazione di intenti, ma ora serve la volontà politica e amministrativa per trasformarlo in realtà operativa. Le innovazioni proposte, infatti, dovranno essere tradotte in atti normativi, investimenti e riorganizzazioni concrete.
"Resta centrale – conclude Bufalo – il tema della valorizzazione delle competenze, dell’attrattività della professione, della formazione continua e del benessere organizzativo. Siamo pronti a collaborare con la Regione per una sanità più vicina ai bisogni delle persone, fondata sul reale riconoscimento di tutte le professionalità sanitarie".