A 50 anni dai moti di Stonewall (New York, 1969), da quando tutto ebbe inizio, anche Asti ha avuto il suo Pride.
"Volli, volli, fortissimamente volli": è questo il motto che Asti ha scelto per questa manifestazione, facendo diventare Vittorio Alfieri l'icona simbolo dell'orgoglio gay e della voglia, incontenibile e sana, di diritti. Quelli che gli etero hanno ormai da tempo.
Il 19 settembre 2013 in Italia la legge contro l'omotransfobia è rimasta bloccata, continua a essere ferma: la legge non esiste ancora oggi. A livello italiano sono 187 le vittime di omotransfobia. Violenza fisica, verbale e psicologica: c'è bisogno, forte e impellente, dell'aiuto dello Stato per contrastare fenomeni come questi.
Oggi è stato ricordato dai 5mila manifestanti e dall'Amministrazione locale Miguel, giovane dell'Equador violentato ai Giardini Alganon di Asti che, dopo questo terribile gesto, si tolse la vita. Perché non si può e non si deve dimenticare e il Pride esiste per questo.
Un bagno di folla ha partecipato oggi all'Asti Pride: sono state contante più di5mila persone sia dagli organizzatori che dalla Questura.
Il padrino Gabardini: una protesta per i diritti di tutti, non solo degli omosessuali
In prima linea anche il padrino della manifestazione, Carlo Giuseppe Gabardini, che ci ha raccontato le sue impressioni: “Mi sembra tutto bellissimo. Sono contento di essere il padrino ufficiale del Pride astigiano, ma soprattutto del primo Pride. Avevo partecipato a un primo Pride a Benevento. Diciamo che il primo Pride non si scorda mai. È importante che ognuno partecipi al Pride della propria città, soprattutto se è il primo”.
Gabardini, poi, risponde alle pesanti critiche che la manifestazione ha ricevuto, soprattutto negli ultimi giorni: “Mi viene da ridere: come si può pensare che una manifestazione di questo genere sia violenta e volgare? È violento mostrare il proprio amore o tenere per mano la persona che si ama? I carri sono i nostri, allora chi ci odia si faccia i carri suoi. È una festa, ma soprattutto una protesta. E se permettono, i metodi di protesta li decide chi la protesta la fa, non quelli che stanno a guardare. Il Pride non è solo per i diritti civili: finché ci sarà discriminazione di ogni genere ci sarà bisogno di manifestazioni così. Non si può ritornare nella vergogna e nel buio di un tempo: le persone non possono tornare a nascondersi”.
La madrina Viviana Edera: il Pride non è un Carnevale
Asti Pride ha avuto anche una madrina d’eccezione: la giovane fotografa, youtuber e dj Viviana Edera.
“Il Pride è importante, anche se ho avuto modo di ascoltare anche critiche da parte di omosessuali, che ritengono che sia un Carnevale. Asti Pride, finalmente è arrivato. Manifestiamo perché non abbiamo ancora tutti i diritti che vogliamo. Gli etero hanno già tutto, quindi perché dichiarare di essere eterosessuale? Per questo di norma l’etero non capisce e tende a criticare".
Presenti al corteo tantissimi giovani, etero e non: un segnale importante, che fa davvero capire come il Pride sia una manifestazione di protesta per arrivare a ottenere diritti e combattere non solo la discriminazione sessuale, ma la discriminazione nel senso più ampio del termine.
Le testimonianze dei giovani
“Partecipo all’Asti Pride anche e soprattutto per ricordare i moti di Stonewall, con cui tutto ebbe inizio. Un tempo battaglie come queste erano ancor più necessarie di oggi, ma lo sono ancora tanto anche adesso. Incominciamo solo ora ad avere una legislazione più tollerante, ma pensiamo che non sia ancora sufficiente”, ci racconta Nicolas, astigiano, membro dell’associazione LGBTQI Quore di Torino.
“Partecipo all’Asti Pride perché in un periodo storico come questo è importante supportare l’inclusione: abbiamo davanti fenomeni sempre più gravi di discriminazione. Nei Pride ognuno è se stesso; tutti sono liberi di essere come vogliono essere, anche in modo trasgressivo. Il Pride è una liberazione”, ci dice Gloria, astigiana.
Presenti anche gli sbandieratori dell'ASTA
Le autorità e i pareri: "Una festa, tante le famiglie presenti"
Il Pride è stato un momento che ha unito e diviso al tempo stesso. All’interno della maggioranza sono emerse alcune posizioni discordanti, considerate con rispetto dal sindaco Maurizio Rasero che ha ascoltato tutti i pareri ma poi ha preso la decisione di concedere il patrocinio. Non ha sfilato in corteo, ma ha deciso di attendere la sfilata nel suo momento clou e cioè l’arrivo in piazza Roma per la commemorazione di Miguel.
“Una bella atmosfera di festa con la presenza di tante famiglie” – ha spiegato Rasero prima dell’inizio del corteo. Una piccola discussione con i centri sociali che lo avrebbero voluto fuori dalla piazza, ma il primo cittadino ha spiegato con calma che la libertà di sfilare era pari alla sua di essere in piazza. Per il resto tutto è “sfilato” con gioia e partecipazione.
Con il sindaco erano presenti gli assessori Mariangela Cotto, Loretta Bologna, Elisa Pietragalla, i consiglieri Candelaresi, Varca, Ragusa, Lombardi, Nadia Miletto, Commissione pari opportunità, il presidente del consiglio comunale Giovanni Boccia.
Prima della partenza del corteo, il passaggio del questore di Asti, Alessandra Faranda Cordella:”Una bella festa di cui ricordarsi in positivo, civile e rispettosa dei diritti di tutti”.
L’attore Francesco Visconti ha accolto con grande gioia il primo pride astigiano dopo il suo primo di trent’anni fa e 35 anni dal suo primo tesseramento con l’Arci Gay. “C’è ancora bisogno del Pride, ci sono paesi che torturano e uccidono gli omosessuali. O peggio, le terapie “riparative”. Perché – si chiede – parlare ancora di riparazione? Dal 1990 è stato appurato che l’omosessualità non è una malattia. Il male è la non accettazione”. Visconti indossava una camicia a righe con il triangolo rosa. “Il simbolo per i gay nei lager”.
Il dottor Maggiorino Barbero, primario della ginecologia astigiana, medico impegnato anche nel sociale. ”Per noi è sempre facile dire cosa sia giusto o sbagliato, ma la vita è fatta di sfumature che fanno bella la vita. Bisogna ascoltare i più deboli o i più fragili. Diversi? Ma diversi da chi? Qual è la normalità?".
L'ACCOGLIENZA DEL SINDACO RASERO AL PRIDE IN PIAZZA ROMA