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Economia e lavoro | 11 luglio 2019, 07:00

Cannabis legale: cosa dice la nuova legge regionale

Da qualche mese si parla con maggiore insistenza di legalizzazione della cannabis, poiché le proposte di legge in materia sono tornate in agenda della Commissione Giustizia in Parlamento.

Cannabis legale: cosa dice la nuova legge regionale

Da qualche mese si parla con maggiore insistenza di legalizzazione della cannabis, poiché le proposte di legge in materia sono tornate in agenda della Commissione Giustizia in Parlamento. In realtà, mentre i deputati di M5S e PD spingono per una depenalizzazione dei reati attualmente previsti per il possesso ed il consumo, la Lega spinge per rendere più severe le pene previste dalla normativa vigente. L’argomento, come si vede, è destinato a sollevare numerose controversie, anche sul piano politico.

A rendere il quadro generale ancora più complesso contribuiscono le disposizioni della Legge n. 242 del 2016, promulgata per incentivare lo sviluppo della filiera della canapa. Grazie a questa normativa, in Italia è emerso, nel corso degli ultimi anni, il mercato dei derivati ‘light’ della canapa (ossia marijuana e hashish), ovvero caratterizzati da una concentrazione di THC - il principio attivo responsabile degli effetti psicotropi della cannabis - che li rende sostanzialmente innocui. La commercializzazione di tali prodotti avviene attraverso canali trasparenti, quali i negozi fisici o gli store online specializzati nella vendita di marijuana legale come Prodotti-cannabis.it.

Piemonte, ecco la nuova legge regionale

Per quanto riguarda la Regione, lo scorso maggio è entrata in vigore la Legge regionale 28 maggio 2021, n. 12 (“Sostegno alla coltura della canapa (Cannabis sativa L.) e alle relative filiere produttive”) che, in sostanza, recepisce la già citata Legge del 2016 promulgata a livello nazionale.

La normativa regionale ha l’obiettivo di perseguire le seguenti finalità: promuovere “la diffusione della coltivazione e della trasformazione della canapa (Cannabis sativa L.)” e favorire “la creazione di filiere produttive, che integrano la ricerca con il ciclo industriale”. In aggiunta, la normativa si propone di favorire “le filiere della coltivazione e della trasformazione della canapa come pianta officinale”.

Nel riconoscere l’importanza delle varietà autoctone, la Regione Piemonte individua l’ambito di applicazione della legge solo alle coltivazioni realizzate con semi certificati, appartenenti ad una specifica varietà (Canapa Sativa L.). Di contro, sono escluse le riproduzioni per via agamica attraverso il taleaggio (articolo 2, comma 3).

Utilizzi consentiti della canapa

Anche la legge entrata in vigore in Piemonte individua con precisione le modalità di trasformazione della canapa sativa; in particolare, come si legge al punto 4 dell’articolo due del testo di legge, è possibile ottenere, mediante lavorazione industriale:

  • alimenti e cosmetici, nel rispetto delle normative settoriali;
  • CBD, estratto naturalmente dalle paglie;
  • materiale organico destinato a lavori di bioingengeria o per la bonifica di siti inquinati;
  • coltivazioni a scopo didattico e per il florovivaismo;
  • semilavorati, come ad esempio fibre, fiori, canapulo, polveri, olio, cippato e carburanti.

Quest’ultimo punto è forse il più importante perché, rispetto alla normativa nazionale, include anche le infiorescenze (dalle quali si ricavano marijuana e hashish light) tra i prodotti che possono essere derivati dalla lavorazione della canapa.

Il Sistema distrettuale della canapa

Tra le novità introdotte dalla normativa regionale vi è l’istituzione del “sistema distrettuale della canapa”, strutturato su due livelli: un cluster regionale e tre distretti rurali. Il primo servirà a monitorare l’evoluzione, su scala regionale, della normativa di riferimento; in aggiunta, il cluster si raccorda con la Banca del germoplasma vegetale della flora autoctona del Piemonte e dei florovivaisti iscritti al Registro ufficiale degli operatori professionali. L’organo viene coordinato dall’Assessorato all’Agricoltura (per le competenze agricole) assieme all’assessorato competente per lo sviluppo delle attività produttive.

In base alla nuova normativa regionale, il cluster si interfaccia, a livello locale, con i distretti rurali già citati in precedenza, ovvero:

  • il distretto rurale delle valli alessandrine del fiume Bormida, del fiume Erro e del fiume Orba;
  • il distretto del carmagnolese con altipiano del poirinese, a sud di Torino;
  • il distretto rurale locale della canapa del canavese, delle aree periurbane di Torino-est e nord-est all’eporediese ed al basso biellese.

 

 

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