Quartiere alla periferia sud della città, da sempre in perfetta simbiosi col Tanaro. Borgo abitato in passato principalmente da barcaioli, pescatori, lavandaie e ortolani che traevano il loro sostentamento dall’acqua. D’altra parte la radice stessa del nome del fiume, tan-ar, riporta al significato di acqua corrente. Acqua da sempre utile allo sviluppo di campi ed orti coltivati, come, ancora oggi, quelli di Trincere e del Torrazzo.
Sino da tempi antichissimi il Tanaro era una importantissima rotta per i traffici e gli scambi commerciali tra le popolazioni insediate sul suo corso, favorendone sicuramente il loro sviluppo. Durante tutto il periodo medioevale il fiume correva lungo il perimetro meridionale delle mura, a creare anche un’imponente difesa naturale. Già ad inizio del XIII secolo esisteva nel borgo un primo importante ponte, più o meno all'odierno incrocio tra corso Venezia e corso Savona, e, lì vicino, un porto, per accogliere e gestire i traffici commerciali di uno dei più importanti collegamenti fluviali fra il Piemonte meridionale e le città Padane. Sono diversi i documenti che testimoniano quanti fossero i mercanti che raggiungevano Asti per aquas, già a partire dal 1100.
Il Borgo Tanaro Trincere Torrazzo, fin dalle sue prime apparizioni, ha adottato i colori bianco azzurri, con cui ha vinto il Palio quattro volte. Lo stemma è una forcella da barcaiolo argento e oro, accompagnata da due pesci addossati e, sotto, tre fasce ondate. I suoi borghigiani sono detti Tanarini. Numquam Tanagri recubat unda il loro motto.