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Cultura e tempo libero | 02 novembre 2019, 07:20

Viviamo in un posto bellissimo: Gandolfino in mostra

Puntata di invito ad approfondire la conoscenza di arte ed opere che arricchiscono Asti, dedicata ad un nostro grande interprete rinascimentale

L'Assunzione della Vergine, custodita presso la Galleria Sabauda di Torino

L'Assunzione della Vergine, custodita presso la Galleria Sabauda di Torino

Che Asti sia un posto bellissimo, lo darei per acclarato. Non manca nulla, se non la capacità di raccontare e promuovere tutto il bello e l’unicità di cui è ricchissima, cominciando da uno tra i grandi interpreti della migliore arte rinascimentale italiana e gloria ancor oggi per la Città: l’astigianissimo Gandolfino, figlio del pittore Giovanni Roreto, da famiglia stabilmente radicata in Asti dall’inizio del XV secolo, e di Verdina Pelletta, membro di una delle più importanti famiglie del patriziato astigiano. Ebbe bottega in Asti, attivissima tra il 1493 e il 1518.

“Gioia, bellissimo cercare di mettere in mostra Gandolfino, ma il progetto che hai in testa lo vuoi accennare, che altrimenti, come per il Codex, te lo mettono in esposizione con un grazie dell’idea e basta”: è mia moglie Carla, quella pratica del gruppo.

E allora... una grande mostra su Gandolfino a Palazzo Mazzetti, almeno un paio di mesi (maggio, giugno?), negli spazi al pian terreno, oggi occupati dalle marine della Normandia. Ci dovrebbero stare comodamente almeno una ventina di dipinti in un percorso che racconti la sua crescita artistica, dagli influssi prima liguri e provenzali, poi lombardi, emiliani e fiamminghi. Opere scelte tra le tante distribuite in Piemonte e nel nord Italia, da sommare, nella logica di mostra aperta alla città, alla decina godibile direttamente in Cattedrale, Collegiata, Santa Maria Nuova e Museo Diocesano.

Quindi, partirei con l'Assunzione della Vergine, firmato e datato 1493, polittico conservato a Torino presso la Galleria Sabauda, assieme alla tavola con la Madonna Annunciata oggi nel convento della Ss. Annunziata di Portoria a Genova, per chiudere con qualche spettacolare dipinto dei primi due decenni del ‘500 come il polittico con Madonna col Bambino, Annunciazione, Pietà e santi conservato nella chiesa di San Pietro a Savigliano, l’incoronazione della Vergine dal Museo Civico d’Alessandria, il Polittico di San Dalmazzo da Quargnento e le Genealogia della Vergine dal Museo civico d’arte antica di Torino, dalla chiesa di Sant’Antonio a Casale Monferrato, spettacolare dopo un paio d’anni di restauri da Nicola di Aramengo, finiti ad aprile 2017, e dalla parrocchiale dell’Assunta a Grignasco.

In mezzo tanta altra bellezza da Alba, Novi Ligure, Milano, Torino, Pavia e da casa con opere presenti in Asti, ma non facilmente godibili, come due suoi capolavori, la Madonna di Loreto con i santi Secondo e Calogero e l’emozionante Madonna con Angeli, custoditi nella sede di corso Alfieri della Fondazione CRAT, la Natività con i santi Bartolomeo e Benedetto dal Seminario vescovile e la Madonna con Bambino in trono tra San Marco e San Secondo dal Santuario della Madonna del Portone, dove si devono a Gandolfino le figure dei due santi.

Perchè metterlo in mostra è evidente: attrarre turismo raccontando la nostra grande arte e la nostra grande storia, stimolando i visitatori dell’esposizione a girare per la città per continuare ad apprezzare l’artista, assieme al tanto altro che Asti offre. Nel caso allora non aveste avuto ancora occasione di ammirare le splendide opere di Gandolfino di cui Asti è piena, spero l’articolo vi offra lo spunto per farlo, così come confido che la Fondazione Asti Musei decida presto di dare valore a se stessa, alla Città e a me, con questa mostra carica dell’orgoglio di chi è certo di vivere in un posto bellissimo.

Davide Palazzetti

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