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Attualità | 07 dicembre 2019, 15:00

Caso Israt, l'appello del Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese: "Un patrimonio Unesco materiale e immateriale"

Riceviamo e pubblichiamo l'appello del Polo per salvare l'Israt dal taglio fondi. "Alla cultura, a differenza degli ortaggi, non si può dare un prezzo"

Caso Israt, l'appello del Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese: "Un patrimonio Unesco materiale e immateriale"

Riceviamo e pubblichiamo l'appello del Polo per salvare l'Israt dal taglio fondi.

“Fiumi di parole...” diceva una canzone del secolo scorso che, mai come in questi giorni, ci è parsa molto attuale. Aveva vinto il Festival di Sanremo e, forse, bisognerebbe rivalutarne almeno il testo perché, nelle alluvioni verbali, a volte sono proprio le parole più piccole a dare il senso.

Lo abbiamo capito lunedì sera, a notte inoltrata, nella sede del Consiglio Comunale di Asti quando sono stati proprio i piccoli “se” e i “ma” pronunciati a fare la differenza. O, almeno, hanno fatto la differenza per noi che, come Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, eravamo presenti non solo per dare sostegno all’Israt ma, e soprattutto, per proteggere qualcosa che sentiamo profondamente nostra. Infatti, se non fosse chiaro per tutti, l’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea della Provincia di Asti appartiene a tutti.

Un Patrimonio unesco materiale e immateriale

È una sorta di Patrimonio Unesco materiale e immateriale e, come tale, va preservato. In questi anni, con un lavoro costante, attento, scientifico, instancabile, impagabile, Nicoletta Fasano e Mario Renosio hanno erogato cultura a piene mani senza mai tirarsi indietro, oltre i loro compiti, oltre l’orario di lavoro, oltre le distanze dei luoghi da raggiungere, animati dal desiderio di condividere il loro sapere, di promuoverne altro, di t - essere legami, creare reti, ricostruire le storie di personaggi del nostro territorio che, altrimenti, sarebbero andate perse.

Quanti incontri, quanti progetti, quanti alunni e insegnanti incontrati in questi anni, quante consulenze. Una miniera incredibile di esperienze e servirebbero pagine e pagine per raccontarle. Per citare solo la collaborazione con il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, a partire dal 2010, l’ Israt ha fornito la consulenza, la disponibilità a introdurre incontri, a pubblicare il lavoro svolto con gli alunni delle Scuole dell’Infanzia e Primaria di Cisterna d’Asti nel libro “Il libro delle Etichette e del Bosco della Costituzione”, a partecipare a eventi e commemorazioni relative alla Resistenza. 

Teniamo a sottolineare che il Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’Albese promuove iniziative formative gratuite, aperte a tutti, valide per l’aggiornamento degli insegnanti di ogni ordine e grado che coinvolgono non solo il territorio di Cisterna d’Asti (che già fa parte della rete dei comuni aderenti al consorzio) ma l’astigiano e l’albese in un’ottica di rete territoriale, presidio per la memoria per la Resistenza supportata dall’ Israt.

Non solo, chiunque si sia avvicinato all’Istituto, ha potuto trovare nella dott.ssa Fasano e nel dott. Renosio due storici preparati i cui lavori di ricerca sono citati spesso in pubblicazioni di grande valore scientifico a livello nazionale. Due risorse per il territorio che, grazie all’umiltà che li contraddistingue, hanno saputo trattare con lo stesso riguardo il grande studioso  e il ricercatore locale.

Per questo motivo, grande è la nostra riconoscenza per averci accompagnato in questi anni di lavoro, rendendo possibili e partecipando anche a progetti “utopici” che, con il loro contributo, hanno visto la luce.

Grazie perché non si sono mai tirati indietro anche quando sovraccarichi di altri impegni.

Sentirsi accolti

Grazie perché ci hanno fatto sentire accolti e anche per aver condiviso con noi il loro sapere in modo naturale e spontaneo come solo le Donne e gli Uomini di Cultura sanno fare.

In sede di Consiglio Comunale, abbiamo sentito molte parole, alcune speriamo di averle fraintese a causa della nostra stanchezza (come quando si è parlato dell’ “Israt di Savona”).

Però, come scrivevamo all’inizio, sono i “se” e i “ma” che danno il senso.

Sono i “se” e i “ma” che cambiano completamente il significato di quanto si è detto poco prima.

Si è parlato dei costi sostenuti dagli altri capoluoghi per gli istituti di competenza ma non si sono resi noti i risultati ottenuti, i progetti e le pubblicazioni realizzate, il coinvolgimento delle scuole e del territorio in percorsi e iniziative varie.

La cultura non è un ortaggio

Alla cultura, a differenza degli ortaggi, non si può dare un prezzo “un tanto al chilo” e, anche rispetto a ciò che si vende sui banchi dei mercati, ciò che fa la differenza è la qualità. Per l’Israt, la qualità è dimostrata dai servizi erogati, dagli insegnanti che - grazie ai corsi organizzati da questo ente - si sono formati, dai viaggi di studio organizzati... Lo dimostrano le domande dei ragazzi durante gli incontri, tutte piccole fiammelle che, magari, tra qualche anno potranno diventare luci capaci di illuminare altre menti.

Sembra poco?

Sembra che per tutto questo sia possibile stabilire un prezzo?

Si tratta di un costo o di un investimento?

Noi propendiamo per il secondo.

Sentiamo sempre parlare di cittadinanza attiva, prevenzione, formazione, educazione civica, Costituzione… forse sono vocalizzi inutili se, dove questo avviene da anni, si decide di dare un taglio che mortifica un territorio intero.

Ecco, sono questi i “se” e i “ma”… certo “è importante se...”“ci piacerebbe ma...”.

Un attimo solo e il senso diventa altro.

Io non ci sto

Mesi fa avevamo scritto il nostro appello “Io non ci sto…!!!” relativo a una svastica gigantesca realizzata da un uomo su una collina di San Damiano d’Asti. Purtroppo, i fatti di questi mesi ci hanno dato ragione: non si può fare sempre finta di niente e celebrare le glorie resistenziali solo quando ci conviene.

Non si diventa partigiani per osmosi

Dobbiamo avere ben chiaro che, in quei tristi giorni di quasi 80 anni fa, la maggior parte di noi non c’era e che, anche se ci piacerebbe, non si diventa partigiani per osmosi perché i valori bisogna viverli e farli bruciare ogni giorno sulla propria pelle assumendo ciascuno le proprie responsabilità.

Per questo, qualsiasi sia il nostro credo politico, tutti siamo chiamati ogni giorno a r-esistere per non vanificare i sacrifici dei tanti che misero a disposizione la loro vita per la costruzione del nostro futuro in un Paese libero.

Sarebbe triste, un giorno, voltarsi e accorgersi di aver cancellato un presidio del territorio come l’Israt, sarebbe una perdita grave che vanificherebbe anni di lavoro per fare e conservare memoria.

E sarebbe ancora più triste che la città di Asti che, a breve assegnerà la cittadinanza onoraria alla senatrice Segre, venisse ricordata in futuro per aver effettuato, nel 2019, dei tagli così poderosi a un istituto che, da sempre, lavora per promuovere cultura e civiltà.

Infatti, si può essere ricordati per le scelte fatte, per quelle non fatte ma anche per i “se” e  per i “ma” che,  pur essendo piccole parole, a volte pesanti come macigni.

Le cose importanti devono e possono essere tutelate, difese, protette, garantite non solo verbalmente ma con i fatti.

Vogliamo sperare che una città con la storia di Asti abbia la capacità di mettere in campo queste scelte perché, altrimenti, le parole della canzone potrebbero essere: “Mamma tu compri soltanto profumi per te...”. 

Polo Cittattiva Astigiano Albese, Museo Arti e Mestieri di un tempo di Cisterna d’Asti Onlus

Al direttore

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