/ Attualità

Attualità | 04 gennaio 2020, 07:00

Viviamo in un posto bellissimo: enotopia

Puntata di invito ad approfondire la conoscenza degli antichi legami tra Asti, Astigiano e il suo vino più noto, la Barbera, in attesa di ritrovarli

Una bottiglieria di Torino primi anni Novecento

Una bottiglieria di Torino primi anni Novecento

Uomini, città e vini per essere apprezzati e capiti appieno, necessitano di una genealogia, di polvere, secoli e gloria. Così è per Asti e per l’Astigiano, che hanno tantissimo da raccontare, così come per la Barbera, vino simbolo del territorio.

A fine Duecento, Pietro de’ Crescenzi , magistrato bolognese giudice in Asti, scrive il Liber ruralium commodorum, il più celebre trattato di agronomia, viticoltura ed enologia del medioevo italiano. Lì esalta la Grissa, uvaggio caratterizzato dai chicchi allungati, di color nero non molto intenso, dalla buccia sottile, molto ricchi di mosto, da cui si ricava un vino ottimo, serbevole e molto potente...tenuta in grandissimo onore nella città di Asti e nei dintorni. Era la Barbera, destinata ad affermarsi nei secoli successivi. Vino popolare e molto diffuso, si nascose a lungo in denominazioni tra le più varie fino almeno al XVII secolo. Nell’Ottocento ecco il boom, di importanza ed espansione commerciale del prodotto, di centralità a lui legata per Asti. Lo storico De Canis nella sua Corografia Astigiana così ne scrive compiaciuto: L’astigiano territorio, essendo per ogni dove sparso d’ameni poggi, le viti su d’essi eccellentemente allignano, ed i vini che se ne traggono sono fuor d’ogni dubbio i migliori d’ogni altro paese qualunque ei sia; le Barbere poi meravigliosamente s’incontrano nei contorni d’Asti, Scurzolengo, Portacomaro, Migliandolo, Castiglione e Quarto, non meno che sui colli meridionali da San Marzanotto a Rocca d’Arazzo, e su quelli di Vigliano, Mongardino, Montegrosso, Montaldo, Mombercelli, Belvedere (oggi Belveglio) e Vinchio. Proprio a cavallo tra ‘700 e ‘800, la Barbera trova anche un grande promoter, il marchese Filippo Asinari, appassionato produttore nei feudi di Costigliole e San Marzano. Suo il colpo di genio di spedire a Rio de Janeiro due botti di Nebbiolo e due di Barbera per sottolineare le ottime caratteristiche di quest’ultima, giunta a destinazione con una forza singolare congiunta al profumo ed al colore dei vini più vecchi e celebrati. Grazie a lui il mondo vinicolo astigiano, per la prima volta, si rese conto delle potenzialità dei suoi vini. Da lì il prestigio della Barbera andò a crescere costantemente, fino a termine secolo, quando eccessi di produzione, una guerra doganale con la Francia, la concorrenza sempre più agguerrita dei prodotti del sud Italia, portarono ad un drastico calo dei prezzi delle sue uve e della qualità del vino. L’ultimo salto nel tempo ci porta al bellissimo riscatto degli ultimi trent’anni, grazie a produttori appassionati ed enologi illuminati, ma per strada s’è persa Asti. E sì che ci hanno provato in diversi, con la Douja d’Or, oggi sagra paesana di vini da tutta l’Italia, o con importanti spazi espositivi, L’Enofila, su cui sono stati investiti tanti soldi e tante parole, oggi in attesa di qualcosa, o ancora Consorzi che continuano a vedere in fiere e qualche blogger i loro principali strumenti di promozione e celebrazioni, senza portafoglio, di patrimonio dell’umanità dove Asti e Astigiano non sono neppure nominati. Se ora però la Città volesse provare, finalmente, ad attrarre turismo, il ritrovare e valorizzare i legami di un tempo con vino e territorio sono certamente tra le prime basi di ripartenza. Una qualche opportunità, da parte pubblica, ci sarebbe: una bella fetta di fondi europei FESR 2014-2020, era stata destinata dalla giunta Brignolo a Vino e Cultura, a breve è quasi tempo di rendicontazione e sarebbe bello e tanto utile cominciare a toccarne qualcosa, pieni della voglia di ritrovare orgoglio enologico in un posto bellissimo. Enotopia.

Davide Palazzetti

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium