Da domani Asti rischia (anzi è molto probabile) il semaforo rosso per l’allarme smog.
Se per ora sul sito del Comune alla pagina misure antismog, la fascia è ancora arancione, con un giorno di verde (il 5 gennaio), gli altri giorni sono stati decisamente superiori ai 50 microgrammi al metro cubo (i picchi il 29 e 30 dicembre i giorni peggiori con 71 e 74, 71 il primo gennaio).
Un piano antismog entrato in vigore il 19 novembre 2018 che con la fascia arancione blocca le auto fino a Euro 3 e le macchine diesel Euro 4 (8.30-18.30) e i veicoli commerciali Euro 3 diesel (8.30-12.30). In più subentra il divieto di superare i 19° nelle abitazioni, negozi e uffici.
Se scattasse il rosso oltre alle limitazioni già scritte ci sarebbe lo stop ai veicoli commerciali diesel fino a Euro 3 sabato e giorni festivi dalle ore 8.30 alle ore 18.30 e veicoli commerciali diesel Euro4 tutti i giorni dalle ore 8.30 alle 12.30.
È UNA SCELTA UTILE?
"Una scelta poco utile – lamenta Giancarlo Dapavo di Legambiente - servono limiti al traffico sempre, limitare il traffico quando i livelli sono tripli rispetto a quelli considerati dannosi per la salute 20 microgrammi x mc, il danno è già in corso e le polveri sono già diffuse ovunque. Solo le precipitazioni possono ridurre gli inquinanti”.
E rincara la dose:”L'ennesima amministrazione che non sa prendere provvedimenti utili e coraggiosi? Siamo la città più inquinata non per le condizioni climatiche ma per il traffico senza limiti e senza cognizione da parte degli astigiani che usano l'auto per fare poche centinaia di metri”.
Sicuramente una buona mobilità con buon senso da parte dei cittadini (spesso davvero usiamo l’auto per una manciata di metri) e un trasporto pubblico locale efficiente, aiuterebbe di molto.
L'ASSESSORE ALL'AMBIENTE E TRASPORTI BERZANO
L’assessore all’Ambiente, Renato Berzano è d’accordo:”Ma quando si prendono decisioni di questo tipo dobbiamo ascoltare tutti. In occasione della domenica senza auto del 22 settembre, le voci contrarie sono state tantissime. Un concetto che dobbiamo cercare di superare come è stato fatto nelle grandi città. Mi rendo però che dove ci sono stati interventi di questo tipo, il servizio di trasporto è davvero efficiente. Mi rendo conto dei nostri limiti. Passaggi di autobus di 40 minuti sono inaccettabili. Un gatto che si morde la coda”.
Prima di Natale, l’assessore ha partecipato ad un incontro all’Agenzia Mobilità piemontese ad Alessandria per parlare del piano approvato dalla precedente Giunta regionale e si è capito che nell’ammontare complessivo dei soldi disponibili per il Piemonte sulla Mobilità urbana ed extraurbana (170 milioni di euro), 70 milioni sono destinati al comparto sud ovest (ad eccezione di Cuneo e Torino).
“Una sproporzione evidente – spiega Berzano – e noi siamo considerati oltretutto ‘a domanda debole’, ma la domanda è debole perché il servizio è scadente, non ce lo nascondiamo. Dovremmo avere frequenze più accettabili. Avevo visto con Spriano dell’Asp una modifica del sistema di trasporto all’interno della città, un sistema ‘a raggiera’ con 10 minuti al massimo di attesa, ma al momento non siamo riusciti. Abbiamo delle linee molto lunghe, con un solo pulman che fa il percorso. Avremmo bisogno di altri mezzi. Un discorso che stiamo affrontando con altre province, per chiedere alla nuova amministrazione regionale di ragionare su questo piano”.