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Attualità | 23 febbraio 2020, 07:30

Slc Cgil di Asti denuncia: "Gravi pressioni sui dipendenti delle Poste: quando le relazioni diventano pericolose, ci si ammala"

Allarmanti i dati emersi dal questionario per la rilevazione delle pressioni commerciali sui dipendenti di Poste Italiane

Slc Cgil di Asti denuncia: "Gravi pressioni sui dipendenti delle Poste: quando le relazioni diventano pericolose, ci si ammala"

Nel giugno dello scorso anno la SLC CGIL ha somministrato, a livello nazionale, un questionario (elaborato da INCA nazionale, SLC CGIL e Fondazione Di Vittorio) per la rilevazione delle pressioni commerciali sui dipendenti del settore Mercati Privati di Poste Italiane.

Il campione è stato circoscritto tra i Direttori degli Uffici Postali (DUP dal livello B in su) e i Consulenti di Sala e di Filiale. Queste due figure hanno quotidianamente a che fare con vendita di prodotti come investimenti finanziari, polizze assicurative, vendita SIM, apertura conti correnti (oltre alla normale attività postale nel caso dei DUP), e sono tra coloro che possono subire pressioni per reperire finanziamenti, cessioni del quinto e mutui. L’obiettivo era analizzare la qualità della vita lavorativa e rilevare segni di stress da lavoro correlato. Il nostro territorio ha partecipato alla rilevazione e possiamo sostenere che le relazioni lavorative diventano pericolose quando lo stress diventa un problema quotidiano ed apparentemente insormontabile.

I dati raccolti su scala nazionale sono preoccupanti e li potete trovare nella loro interezza nel Notiziario INCA online n.5/2019. Il 25% delle 1098 persone intervistate dichiara di lavorare più di 40 ore a settimana e più di 7 ore al giorno, nella maggior parte dei casi senza che venga riconosciuto lo straordinario.

Le cause dei problemi sul lavoro sono indicate, per il 77,3% dei casi, nella carenza di personale, per il 60% nell’ambiente di lavoro poco adeguato, per il 56,7% nella carenza di strumenti e materiale di lavoro, nel 43,5% nella difficoltà di conciliare lavoro e vita privata (quest’ultima particolarmente sentita dalle lavoratrici, in particolare nel nord ovest).

La maggior parte dei consulenti di Poste Italiane (82,4%) ha subito pressioni commerciali e tra questi il 47,2% dichiara di aver subito violenze verbali. 12 persone tra quelle intervistate hanno subito violenze fisiche. Nel 50,7% dei casi si è trattato di bossing (mobbing verticale), nel 38,5% la violenza è stata ricondotta ai clienti, nel 9,2% dei casi ai colleghi, nell’1,7% ai rapinatori. Il 18,6% degli intervistati assume regolarmente psicofarmaci e la metà degli stessi dichiara di essere sottoposto a ritmi intensi di lavoro. In questo quadro allarmante la ricerca ha posto in risalto un anomalo aumento di stress, patologie combinate e forme di ansia psicosociale.

La SLC CGIL di Asti chiede, dunque, che l’Osservatorio sulle Pressioni Commerciali interno a Poste Italiane parta con la dovuta celerità e che la nuova Direzione della Filiale di Asti si prenda carico di un tessuto lavorativo particolarmente logorato dalla precedente Direzione, per nulla attenta alle necessità di lavoratrici e lavoratori. Il lavoro e la salute sono entrambi diritti costituzionali e non vogliamo che vengano messi in contrapposizione.

comunicato stampa

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