"Sto cercando di sensibilizzare le persone su un concetto: gli artisti (non parlo di quelli famosi, ma spesso quelli più 'veri') sono a piedi. Sapete, in questo campo che è un mestiere, c'è gente che se non fa il pianobar, il karaoke, se non può suonare per strada "a cappello", se non può fare quelle repliche nel piccolo teatro o piccoli ruoli nelle fiction, o insegnare danza... Muore di fame".
A lanciare questo importante appello è l'attore astigiano Fabrizio Rizzolo, tramite la sua pagina Facebook. A rilanciare l'importante messaggio tanti artisti che non hanno esitato, su richiesta dello stasso Rizzolo a "copiaincollare" il testo.
A TANTI ARTISTI SPESSO VIENE CHIESTO DI ESIBIRSI GRATIS... PERCHÈ?
L'obiettivo è di arrivare a sensibilizzare quante più persone possibili, perché purtroppo, anche ben prima dell'emergenza coronavirus a tanti artisti o presentatori veniva chiesto di esibirsi o di prestare la propria opera gratuitamente.
Basta. Il lavoro delle persone va valorizzato, magari gli artisti stessi sono i primi a muoversi donando il loro lavoro in beneficenza, magari devolvendo un cachet che va indubbiamente pagato.
"Gli artisti non hanno una associazione di categoria degna di questo nome, non hanno quasi mai diritto a sussidi, disoccupazione, cassa integrazione. Perché? Sicuramente perché siamo stupidi noi. Ma anche perché in Italia gli artisti non sono percepiti come lavoratori" - scrive ancora Rizzolo - Il compenso e il rispetto vanno di conseguenza. Oggi più che mai ci impegniamo in battaglie per aiutare come possiamo, senza percepire compenso. Ma tutto ciò è assurdo".
"Ci sono centinaia di artisti che fanno la fame, saremo gli ultimi a riaprire, impossibile per teatri e concerti evitare l'assembramento. Non si possono girare i film", spiega Rizzolo che però tiene soprattutto a far passare il concetto del lavoro visto come tale.
"Nei momenti in cui un artista è a casa e gli viene impedito di lavorare, deve pure lavorare gratis. Non parlo per me, ma per tanti lavoratori dello spettacolo sempre dimenticati nei decreti salvo aggiunte a posteriori".
PROGETTI CHE SALTANO... DIFFICILE IN QUESTO MESTIERE MANTENERE IL DISTANZIAMENTO
La sua è una famiglia che di arte vive anche se in questo momento ha tanti progetti, molti però sono saltati, come una trasmissione televisiva per La 7 che vedeva in campo ben 80 concorrenti.
"Facciamo cambiare la mentalità del gratis a tutti i costi. Non faccio un discorso solo economico, ma dall'altra parte occorre pensare ad un qualunque sistema di contribuzione. Se chiamo un artista e non ho i soldi devo trovare il modo di retribuirlli. Poi magari si decide di darli in beneficenza, ma ci si deve pensare".
Molte volte si chiede ad un artista di lavorare gratis per "la visibilità", ma è una contraddizione.
PENSARE AD UNA CONTRIBUZIONE
"Se chiedete a un artista di fare qualcosa che magari poi pubblicate, provate anche a pensare che potreste chiedere una donazione volontaria a chi lo guarda, a chi lo ascolta, il vostro video o la vostra musica: è una questione di sensibilità. Se un video fa 50.000 visualizzazioni e solo il 10% mette 50 centesimi ci sono 2.500 Euro da dividere tra gli artisti che hanno lavorato al progetto. Se ne fa 500 ci sono 25 euro per comprare pane e salame. Vanno bene anche quelli".
Il messaggio è chiaro. Gli artisti non vivono d'aria, non sono eroi ma salvano le nostre giornate. La musica, un film, uno spettacolo a teatro, ci danno emozioni, ci possono rendere felici, ci fanno ridere, piangere, pensare.
"Se mi date una mano - conclude Rizzolo - la battaglia è appena iniziata".