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Cultura e tempo libero | 19 giugno 2025, 20:23

Paolo Rosso presenta il suo libro “Un neo sulla guancia sinistra di Dio”. Il ricavato interamente devoluto alla LILT

Un libro che riesce a conciliare scienza e fede attraverso il concetto di imperfezione

MerfePhoto

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Cosa succede quando un informatico decide di scrivere un libro sull’imperfezione dialogando con l’Intelligenza Artificiale? È possibile, con queste modalità, unire due mondi spesso percepiti come inconciliabili: la fede e la scienza?

Il libro “Un neo sulla guancia sinistra di Dio”, scritto da Paolo Rosso, cerca di dare risposte concrete a questi quesiti. L’obiettivo principale è raccontare come l’imperfezione, invece di essere un difetto da correggere, possa essere la chiave per comprendere l’essere umano, Dio e il senso stesso della fragilità. Il tutto, per una causa importante: l’intero ricavato sarà devoluto alla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT).

L’autore, grazie alla sua conoscenza informatica, ha raccontato come l’idea di scrivere il libro sia nata proprio dal desiderio di esplorare un terreno comune tra due visioni del mondo: quella razionale e scientifica, e quella spirituale e cristiana. Attraverso un dialogo gentile e filosofico con l’intelligenza Artificiale, Rosso ha dato prova di un modo innovativo e funzionale di utilizzare l’IA.

Farò ora delle domande in diretta all’intelligenza artificiale, per entrare nel cuore del tema e vedere insieme che risposte ci offre”, così ha spiegato l’autore per introdurre i punti salienti del suo libro, dando inizio a un botta e risposta che ha sorpreso e coinvolto i presenti.

Tante sono stati i punti interrogativi, tutti incentrati sulla condizione dell’ imperfezione umana. Alla domanda: “Perché nel libro abbiamo dato così tanta importanza al momento in cui Galileo guarda la luna con il cannocchiale e ne vede le imperfezioni?”. La risposta dell’IA è arrivata limpida: “Galileo, guardando la luna, ha compiuto un gesto rivoluzionario: anche ciò che faceva parte del celestiale in realtà non era perfetto come lo si credeva un tempo”. Il concetto è chiaro: l’imperfezione non è solo umana, ma è universale. Perfino la luna ha i suoi crateri.

In realtà “la stessa Intelligenza Artificiale per diventare ciò che è, è passata attraverso errori e addestramenti”, ha sottolineato Rosso. È in questa dinamica di miglioramento continuo che la tecnologia si dimostra non essere perfetta, ma in costante cambiamento. L’errore, quindi, diventa un elemento di partenza.

Le perplessità del pubblico nei confronti dell’IA non sono mancate. C’è chi teme che l’uso dell’intelligenza artificiale finisca per “smettere di far pensare le persone”. In risposta, l’autore ha ribattuto che, come ogni strumento, anche questo dipende da come viene usato. Nel suo caso, è stato un alleato per pensare di più, non di meno.

Virginia Carotta

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