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Attualità | 28 aprile 2020, 07:00

Coronavirus, messe ancora vietate. La Cei al governo: si viola la libertà di culto

Forse si riparte il 10 maggio. Il vescovo di Asti, Marco Prastaro:"Una soluzione si trova sempre e le persone sanno avere pazienza. Tutti siamo chiamati a comprendere il senso delle cose, ci sta a cuore che nessuno debba morire per questo virus"

Coronavirus, messe ancora vietate. La Cei al governo: si viola la libertà di culto

Una dura lettera della Cei, ieri aveva spiegato che "i vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto".

Il riferimento è al nuovo DPCM che permette il ritorno ai funerali (con al massimo 15 persone, mascherine e distanziamento sociale) ma non fa riferimento al ritorno delle messe. Dopo la protesta della Cei, probabilmente le messe si potranno tenere dal 10 maggio, osservando le precauzioni del caso.

Se ne parlava da giorni, era intervenuto anche il leader della Lega Matteo Salvini: "Perché dal tabaccaio sì e a messa no"? La trattativa con il governa era difficile soprattutto per le rigide posizioni del comitato scientifico.

NON SI CHIEDE UN 'LIBERI TUTTI' MA UN RITORNO GRADUALE

I vertici Cei per senso di responsabilità non sono intervenuti per quaranta giorni "Non stiamo chiedendo un liberi tutti, ma un ritorno graduale alla vita comunitaria, un ritorno alla celebrazione delle messe con i fedeli a iniziare da quelle feriali, o prevedendo un numero chiuso la domenica, rispettando il distanziamento sociale"

Nei prossimi giorni si studierà un protocollo che possa consentire la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza.

Getta acqua sul fuoco il vesco di Asti Monsignor Marco Prastaro:"C'è una discussione in corso tra la Cei e il governo e si arriverà ad una comprensione reciproca. Non si può davvero ammassare gente, sto pensando anche'io a come si potrà fare, ci saranno degli accorgimenti tecnici ma una soluzione si trova sempre e le persone sanno avere pazienza. Tutti siamo chiamati a comprendere il senso delle cose, ci sta a cuore che nessuno debba morire per questo virus".

LE MESSE SU YOUTUBE:"ABBIAMO TENUTO INSIEME LA COMUNITA'"

Sicuramente il vescovo in questa lunga quarantena ha tenuto il filo diretto con gli astigiani attraverso il canale YouTube della Gazzetta e i contatti sono stati davvero tanti.

"Abbiamo avuto un picco di duemila persone la domenica delle Palme e solitamente siamo intorno a 1200 passaggi. Mi scrivono in molti di aver assistito alla messa partecipando e commentando gli argomenti. Abbiamo tenuto insieme una comunità e il senso era questo. Anche se non ci tocchiamo, stiamo insieme. In televisione c'è il Papa, su YouTube si trovano gli utenti di seconda fascia" conclude scherzando il vescovo.

Betty Martinelli

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