Nonostante l'emergenza coronavirus e le restrizioni contenute nel DPCM, con l’arrivo della bella stagione, cresce la voglia di apparire al meglio e magari poter sfoggiare un bel colorito ambrato e luminoso, per quando sarà possibile.
Per molti del resto quello con i saloni estetici per fare le lampade è un appuntamento fisso, quasi un rituale che torna a ripetersi puntuale. Eppure, quanti di voi si sono realmente chiesti se questi trattamenti sono davvero innocui per la nostra pelle e se le apparecchiature utilizzate nei centri estetici sono realmente sicuri? La risposta arriva da ARPA (Agenzia regionale per l’ambiente) che, anche per questa primavera, propone un dossier nel quale illustra la situazione del Piemonte.
Si tratta di un’indagine realizzata annualmente, sulle emissioni ultraviolette emesse dalle lampade abbronzanti utilizzate in un campione di solarium del territorio regionale. I dati sono inerenti al 2019 e raccolti da Arpa Piemonte nell’ambito di una attività di controllo programmata con i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) delle Asl piemontesi. Sono passate al vaglio degli esperti 123 apparecchiature, 22 delle quali già controllate in passato e riprese in esame per valutare l’avvenuta riduzione delle emissioni. Sono stati passati in rassegna lettini solari e docce ad alta e a bassa pressione e poltrone ad alta pressione. Tra questi ne sono stati ancora controllati 17 risultati non a norma nel corso del primo sopralluogo effettuato nel 2019, dunque sono fatte 140 verifiche su un totale di 123 apparecchi collocati in 30 centri estetici dislocati nelle diverse provincie piemontesi fatta eccezione per Vercelli per la quale i sopralluoghi si svolgeranno nel 2020. Dall’analisi è emerso che tanti apparecchi, non rispettano gli standard imposti dalla normativa tecnica e richiamati dal DM 110/2011 così come modificato dal DM 206 del 15/10/2015.
NON TUTTE LE APPARECCHIATURE SONO A NORMA
Solo 36 apparecchiature sono risultate a norma, (il 26% del campione complessivo), mentre per le restanti 104 (cioè 74%) si sono registrate delle anomalie inerenti per lo più la mancata conformità degli apparecchi abbronzanti attualmente presenti nei centri estetici della Regione, potenziale causa di esposizioni indebite. Alcuni apparecchi invece, 10 su 140, si sono rivelati inadeguati più che per l’intensità della radiazione emesse, per la gestione dei programmi in termini di numero e durata di trattamenti all’anno. A tal proposito, dunque, se si considera solo il rispetto del limite sull’irradianza eritemale la percentuale di apparecchi conformi aumenta leggermente passando al 33%.
UN TREND PREOCCUPANTE
Il quadro critico emerso tuttavia, non desta stupore, ma si allinea con i risultati degli anni precedenti confermando un trend preoccupante. Le emissioni ultraviolette da lampade per uso estetico infatti, sono state incluse dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC – International Agency for Reasearch on Cancer) tra gli agenti cancerogeni (classe I). L’utilizzo di apparecchiature non conformi e con emissioni ultraviolette superiori ai valori di riferimento rappresenta, pertanto, un significativo fattore di rischio per la popolazione.
In base alla normativa vigente (DM n° 110 del 12 maggio 2011, in vigore dal 30 luglio 2011, modificato dal DM 206 del 15/10/2016) “tutte le apparecchiature elettromedicali...[omissis]....possono essere utilizzate in Italia purchè assicurino il livello di sicurezza prescritto dalle direttive comunitarie e dalle norme armonizzate europee” (art 3. comma 1). Sul manuale degli apparecchi inoltre, devono essere riportati i programmi di esposizione con l’indicazione della durata dei trattamenti e degli intervalli tra gli stessi, nonché il numero di esposizioni che non deve essere superato in un anno.
La relazione è scaricabile QUI