"Il peggio è alle nostre spalle ed è un risultato che dobbiamo ai nostri cittadini, che con i loro sacrifici si sono adattati a modificare anche profondamente le loro abitudini di vita. Dopo 3 mesi esatti dal primo caso registrato all'ospedale di Codogno, possiamo però affermare di aver compiuto la scelta giusta, l'unica in grado di contrastare la diffusione dell'epidemia sul territorio nazionale".
Giuseppe Conte traccia un confine temporale all'emergenza Covid-19. E lo fa presentando il Decreto Rilancio (firmato nei giorni scorsi dal capo dello Stato Sergio Mattarella) alla Camera dei Deputati.
"Pur in presenza di un quadro epidemiologico non completamente risolto - ha detto il premier - mi sento di poter dire che siamo pronti ad affrontare la fase 2 con fiducia e responsabilità. Tutti sappiamo come regolarci e come proteggerci. Nei giovani è comprensibile l'entusiasmo per la libertà riconquistata, ma occorre fare ancora attenzione, mantenere le distanze e utilizzare le mascherine: esporsi al contagio significa esporre anche i propri cari".
Il rischio calcolato
La fine del lockdown, però, potrebbe anche portare a un peggioramento della situazione. "Siamo consapevoli del rischio che riparta la curva del contagio - ammette Conte -, ma è un rischio calcolato. Non possiamo però aspettare il vaccino, altrimenti ci troveremmo con un tessuto imprenditoriale definitivamente compromesso. E non si può tollerare una compressione dei diritti primari se non in presenza di una minaccia grave e attuale: sarebbe irragionevole proseguire con regole così stringenti e non compatibili con alcuni principi della nostra Costituzione. Manteniamo solo alcune norme restrittive indispensabili, soprattutto per le persone positive al virus o per chi ha avuto contatti stretti con persone contagiate".
Primi per numero di tamponi
E dopo aver ribadito la totalità delle misure contenute nell'ultimo dpcm (sia in termini di date che di provvedimenti), il presidente del Consiglio ha messo sul tavolo alcuni numeri legati all'azione sanitaria. "Non confidiamo solo sull'autodisciplina dei singoli: stiamo rafforzando i controlli e i test molecolari e sierologici utili anche per mappare la situazione del contagio nel Paese. Sono stati fatti fin qui oltre 3.171mila tamponi, dato che ci colloca al primo posto nel rapporto rispetto alla popolazione. Si faranno inoltre test a campione su 150mila cittadini per necessità statistica. E in queste settimane sono stati incrementati i posti di terapia intensiva del 52%, mentre i posti letto di reparti come quelli di pneumologia sono aumentati del 334%".
Ritardi: dalla cassa al credito
Sui ritardi degli ammortizzatori sociali, "ci sono state lungaggini burocratiche non compatibili con il momento di emergenza, ma ora si sta accelerando. E ci sarà il reddito di emergenza per chi non rientra in nessuna delle categorie aventi diritto". E dall'aula si sono levate numerose reazioni anche quando si è parlato di credito e di concessioni fino a 25mila euro che "arrivano in 24 ore". Urla e proteste cui il premier ha risposto: "Sono arrivate anche a me segnalazioni di situazioni di difficoltà, ci stiamo impegnando per risolverle".
Turismo e scuola: "State in Italia, investiamo per tornare tra i banchi a settembre"
Due, infine, i messaggi legati al mondo del turismo e a quello della scuola. "Invito i cittadini a trascorrere le loro vacanze in Italia: scopriamo le loro bellezze e riscopriamo quelle che già conosciamo. È il modo migliore per contribuire alla ripartenza del sistema nel suo complesso". Mentre per quanto riguarda i ragazzi, ormai a casa da fine febbraio, Conte pone una data di massima: "Il rientro a scuola a settembre chiederà grandi investimenti e per questo stanziamo risorse a beneficio dell'istruzione, ma anche della ricerca e del sistema universitario".
Nuovi paradigmi
"Salute, qualità della vita e beni comuni - conclude Conte -: sono i tre concetti che ci consegna questa crisi. E non solo più in corollario della crescita, che va comunque sostenuta. Possiamo sciogliere nodi e incrostazioni che fin qui ci hanno impedito di produrre benessere diffuso per tutti i cittadini e frenato lo sviluppo del Paese. Spetta a noi tutti trasformare questa emergenza in opportunità"