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Scuola | 21 maggio 2020, 18:08

Protesta di scuole paritarie e private davanti alla Regione, Cirio: “Ci faremo sentire con il governo”

La manifestazione è stata organizzata dal Comitato Nazionale Educhiamo per chiedere sostegni economici e chiarezza sulle riaperture: “Sui bambini da 0 a 6 anni è calato il silenzio”

Protesta di scuole paritarie e private davanti alla Regione, Cirio: “Ci faremo sentire con il governo”

Sui bambini della fascia di età compresa tra 0 e 6 anni è calato un silenzio assordante”: il grido d'allarme è stato lanciato dal Comitato Nazionale Educhiamo, composto dalle scuole private e parificate, nel corso di una manifestazione andata in scena oggi pomeriggio davanti alla sede della Regione Piemonte in Piazza Castello.

La protesta ha riguardato, in particolare, la scarsa attenzione avuta dal Governo: “Questo silenzio – ha spiegato la responsabile regionale del Comitato Sabrina Bonini – coinvolge anche le strutture e i lavoratori: il nuovo Dpcm ha chiuso definitivamente le porte nei nostri confronti e il Decreto Rilancio ha previsto la scadenza della cassa integrazione entro fine maggio o i primi di giugno. A questo punto ci troviamo ad affrontare una chiusura prolungata senza alcun sostegno economico, mettendo a rischio il diritto al lavoro e all'istruzione”.

Il Comitato chiede anche chiarezza sulle riaperture: “Esigiamo – ha proseguito Bonini – protocolli certi e con limitazioni precise al più presto, in vista di settembre. Chi deve lavorare non può restare senza risposte e i bambini hanno diritto al gioco e alla socialità: in Piemonte sono circa 15mila quelli iscritti alle scuole private, suddivisi in circa 700 strutture; anche le famiglie spingono per permettere ai propri figli di tornare a giocare con i propri pari”.

A sostegno delle istanze dei manifestanti è intervenuto anche il governatore Alberto Cirio, sceso in piazza per esprimere la propria solidarietà: “Come Regione – ha commentato – chiederemo al Governo il pagamento, diretto e non solo sulla carta, della cassa integrazione in deroga e il suo prolungamento anche per i mesi estivi; come confermato dall'assessora Chiorino, in Piemonte siamo riusciti ad evadere tutte le pratiche. Serve, inoltre, un quadro molto più chiaro di tutto il sistema della didattica italiana”.

Cirio ha poi sottolineato le altre misure attuate: “Abbiamo messo a disposizione – ha concluso - 15 milioni di euro per sostenere la fascia 0-6 perché è importante ripartire ma senza dimenticare le esigenze di chi deve lavorare e non può pagare una baby sitter o non ha nonni disponibili per accudire i propri figli. Recentemente abbiamo osservato con grande interesse l'esperienza di Borgosesia, alle famiglie dobbiamo dare la possibilità di affidarsi a professionisti seri in luoghi sicuri”.

"Il governo - tuona l'assessore all'Istruzione Elena Chiorino - ha dimenticato i bambini e, in generale, il mondo dell’infanzia. Non solo: è stato negato ai nostri figli il diritto alla socialità e agli educatori la possibilità di lavorare, che rappresenta la negazione di un diritto costituzionale che viene vergognosamente calpestato". Per Chiorino innanzi tutto il governo deve, con la massima urgenza, programmare le riaperture: non pretendiamo ancora date certe, ma almeno una fascia indicativa di due settimane, in modo da dare punti di riferimento precisi agli educatori e alle famiglie".

Chiorino rincara la dose: "Il governo e il ministro Azzolina si rendano conto che stiamo parlando di bambini, che esistono e godono di precisi diritti e che non possono essere trattati come pacchi postali. Serve, al contrario, organizzazione, bisogna mettere in sicurezza mettere in sicurezza le strutture, stabilire protocolli certi e valorizzare gli educatori, che andranno incrementati e ulteriormente formati".

Marco Berton

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