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Politica | 31 luglio 2020, 15:08

Nuovo centro commerciale "Borgo 2", le ire del consigliere astigiano Massimo Cerruti

"È necessario aprire il dialogo ed ascoltare le ragioni di ognuno prima di prendere una decisione così importante", spiega il pentastellato dopo la petizione del gruppo "Asti Rifiuti Zero"

Nuovo centro commerciale "Borgo 2", le ire del consigliere astigiano Massimo Cerruti

Per l’ennesima volta è evidente che questa amministrazione rimane indietro anni luce rispetto ai nostri tempi. Mentre tutto il mondo combatte il consumo del suolo, riutilizza gli immobili vuoti, si muove verso politiche eco-sostenibili, si pensa di destinare una grande area verde per costruire un altro centro commerciale. Per fortuna anche questa volta, come per il teleriscaldamento, i cittadini hanno alzato la voce, e lo hanno fatto consapevolmente chiedendo che tutte le voci vengano ascoltate.”

È il pensiero e commento di Massimo Cerruti, capogruppo del Movimento 5 Stelle, dopo aver letto e sottoscritto la petizione che intende sollevare non pochi dubbi rispetto al progetto “Borgo 2”. La petizione porta la firma del gruppo “Asti Rifiuti Zero”, nato su Facebook con l’intento di dispensare consigli eco-friendly e condividere idee e proposte “green”.
 
 “Il Sindaco 'commerciante per i commercianti”' dovrebbe sapere i danni recati alla piccola e media impresa dalla Grande Distribuzione, e dovrebbe aver ormai chiaro che la nostra città è satura. Ovunque ci giriamo sorgono supermercati, il rischio è che si scateni una guerra tra poveri, è pressoché impossibile che un bacino di utenza medio piccolo come il nostro possa permettere di far lavorare tutti e bene", continua.

“ Non possiamo continuare a credere che il Centro Commerciale aumenti l’attrattività della nostra città, chi decide di spendere in quei negozi non riversa un singolo euro nella città, ed il centro ed i quartieri muoiono. Servono ben altre idee per risollevare Asti”.

Il capogruppo con queste parole vuole rimarcare la solidarietà alla petizione e spronare all’apertura al dialogo: “Siamo in democrazia, ricordiamolo, quindi è necessario aprire il dialogo ed ascoltare le ragioni di ognuno prima di prendere una decisione così importante. Così forse capiremo anche come un terreno sia riuscito a passare da utilizzo a fini collettivi a uso commerciale. Qualcosa non torna”.

Redazione


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