Rischia di estendersi a macchia d’olio in Regione il “caso dei furbetti del bonus Covid” che, come Targato aveva evidenziato domenica sera, sta coinvolgendo i primi inquilini di Palazzo Lascaris. Il primo a farne le spese – almeno in termini d’immagine – è il giovane padano Matteo Gagliasso, saviglianese, il quale già mesi fa era incorso in un’altra gaffe a proposito delle mascherine targate Lega. E già filtra un secondo nome: quello di Claudio Leone.
Gagliasso ha incassato il bonus su indicazione del suo commercialista, che poi ha restituito, ma non vuole rilasciare dichiarazioni, demandando qualsiasi commento al responsabile comunicazione del gruppo leghista in Regione. Il neo commissario provinciale cuneese del partito, il senatore Giorgio Maria Bergesio, non vuole rilasciare dichiarazioni, in attesa di conoscere gli sviluppi della vicenda in ambito parlamentare e regionale.
Bergesio sa che la partita è delicatissima e, fresco dell’endorsement del segretario regionale e capogruppo a Montecitorio, Riccardo Molinari, non vuole farsi trascinare in querelle pericolose. Se a Gagliasso – secondo i compagni di partito - può essere concessa, per la seconda volta, l’attenuante generica della giovane età, resta comunque il fatto che la Lega non ci sta a farsi processare in piazza e meno che mai ad essere il solo capro espiatorio. A questo punto sembra che gli stessi maggiorenti del partito, in attesa di più chiare indicazioni del segretario Matteo Salvini, sarebbero propensi a rendere noti i nomi di tutti coloro che a Palazzo Lascaris hanno percepito il bonus.
Una situazione che sta creando imbarazzo nelle fila della maggioranza dove si sussurra che - se la vicenda non si arenerà - a rimetterci la faccia, potrebbe essere qualcuno di ben più importante del giovane ingenuo consigliere regionale saviglianese.