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Cultura e tempo libero | 27 agosto 2020, 14:30

Viaggio alla scoperta degli itinerari dell'Astigiano: solo per grandi golosi

Alle incredibili bellezze del territorio si somma una spettacolare ricchezza di prodotti buonissimi, utili pure loro ad attrarre turismo. Basterebbe raccontarli

Asparagi saraceni di Vincjio

Asparagi saraceni di Vincjio

Nell’ultima puntata abbiamo cercato di dare motivo per trascorrere qualche giorno nell’Astigiano al nostro solito turista, raccontando l’importante fascino delle torri medievali nell’estremo sud provinciale. Oggi si prova con prodotti della terra e cose buone da mangiare. Un tour per grandi golosi alla ricerca di gastronomia tradizionale e tipica.

Per motivi di spazio elenco solo una abbondante quindicina di mete, cariche di storia e storie, imperdibili per il palato e per il piacere di vedere posti bellissimi. Sarebbe il massimo aggiungeste i vostri suggerimenti, ad arricchire una lista potenzialmente infinita.

Partiamo allora da nord, a Castelnuovo don Bosco, dove, pieno d’emozione dalla visita all’imponente Santuario, mi addolcirei tra le infinite varianti del miglior miele, quello di Bechis. Nei dintorni, altri quattro luoghi del gusto: Viale per il salame cotto, con quello di Conti non sbagliate; Cinaglio per i suoi canestrelli, sottili cialde ancora realizzate con un apposito ferro, come nel ‘600, e per l’affascinante pieve di San Felice, ottimo esempio del Romanico Astigiano di cui è piena l’area; Monale per la Robiola di Monale e i sontuosi formaggi di capra di Cascina Aris; Castellero per l’antico castello dalla alta torre romboidale e per le sue magnifiche nocciole.

Quindi mi dirotterei, prima verso Ferrere, a gustare il particolarissimo Salame dal Cordino Rosso, quello di Luiset, conciato col miele ed arricchito nel sapore con Nebbiolo, poi a San Damiano d’Asti, a caccia dei fantastici torroni di Basano Coraglia, approfittando dell’occasione per godere del suo piacevolissimo centro storico, e ancora a Variglie, orgogliosa patria della magnifica Pesca Limunin.

Spostandosi dall’altra parte del Tanaro, eccoci a Motta di Costigliole d’Asti con i suoi spettacolari Peperoni quadrati, e, poco dopo, ad Agliano Terme per assaggiare il Pane di Carlo Alberto, antica ricetta con acciughe e noci, da Alciati; e San Marzano Oliveto, a cogliere succose mele direttamente dagli alberi, dopo la visita del Castello Asinari, imponente e suggestivo, in particolare nelle sue antiche cantine con archi e volte che ricordano l’interno di una cattedrale gotica.

Altra zona, altri regali. Prima Nizza Monferrato e Incisa Scapaccino per i loro dolci e croccanti Cardi Gobbi, ancora due mesi e ci siamo, e per ammirare, ad Incisa, la Chiesa della Virgo Fidelis, bellissimo santuario dell’Arma dei Carabinieri che custodisce un momento d’arte locale unico: lo spettacolare polittico trecentesco di Andrea d’Asti. E ancora, Mombaruzzo, a far scorta di amaretti, da Moriondo.

Chiuderei in Val Tiglione, così ricca di prelibatezze e bellezza: Mombercelli e i Carciofi del Surì, piccoli, dolci e veramente unici, tanto quanto gli appetitosi Asparagi Saraceni di Vinchio o lo Zafferano Astigiano di Cortiglione e dintorni, approfittando della preziosa spezia anche per visitare gli interessantissimi affioramenti fossiliferi del posto.

Davide Palazzetti

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