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Attualità | 06 settembre 2020, 07:00

Si corre il Palio (che non c'è). Oggi la città è orfana della sua tradizione più bella

Rasero: "Avevo dato possibilità diverse ma il Consiglio ha preferito annullare". Sulla questione della riammissione di Bartoletti al Palio 2021, Bagnadentro: "È un colpo di mano e un inaccettabile precedente"

La terra e gli zoccoli dei cavalli, il simbolo di questo Palio che non c'è (MerfePhoto)

La terra e gli zoccoli dei cavalli, il simbolo di questo Palio che non c'è (MerfePhoto)

"Signor Sindaco, il Palio è schierato in campo con uomini, cavalli e insegne. E attende gli ordini!".
- "Signor Capitano, vi do licenza di correre il Palio nell'anno del Signore ****. Andate, e che San Secondo vi assista”.

L’anno del Signore 2020 non sentirà echeggiare in piazza Alfieri, queste parole che ogni anno negli appassionati di Palio e di tradizione Astese, provocano lucciconi di emozione… Niente corsa…. Niente “Si corre il Palio...” e no, non ci sarebbe stata neppure la voce del suo storico speaker Carlo Franco, scomparso a fine 2019.

Chissà cosa avrebbe detto lui di questo Palio che non c’è.

Oggi sarebbe stata la giornata dove la città avrebbe goduto di questo momento storico e i soliti detrattori se ne sarebbero andati al mare e invece…

Invece il Covid ha tagliato le gambe anche alla tradizione che se pur sembra piccola cosa in un momento così tragico dal punto di vista umano, sanitario ed economico, segna le sorti di una città che fa i conti e si lecca le ferite per risalire.

NEL CUORE DEI BORGHI E DEI RIONI IL CUORE DEL PALIO

Oggi tutte le chiese di Borghi, Rioni e Comuni si sarebbero vestite a festa con sfilanti festosi (e accaldati), benedizione di cavalli, esibizione degli sbandieratori e la tanto amata, vituperata, vissuta corsa. Anticipato alla prima settimana di settembre tra polemiche e consensi, il Palio sarebbe arrivato da una settimana piena di impegni, visite veterinarie, prove, allenamenti continui, sfilata dei bambini, allestimenti, mercatini, sfottò, fiumi di parole. Invece…

I PARERI

Se i Comitati hanno voluto ricordare che Il Palio c’è ed è vivo con alcuni eventi e iniziative, il sindaco Maurizio Rasero, dopo mesi di “prima linea Covid” in cui non ha neppure voluto sentir nominare il Palio, non nasconde che avrebbe voluto fare il Palio a ottobre per l’arrivo del Giro d’Italia o per la Fiera del Tartufo: “In questo momento non avrei neppure potuto godermelo, dobbiamo pensare alla partenza delle scuole in sicurezza, certo è un grande dolore non poter vivere il nostro Settembre Astigiano. Il Palio non è solo corsa però, c’è da dire che i Comitati stanno portando avanti eventi fin troppo corposi, spero nel rispetto di tutte le norme. Avevo dato delle possibilità diverse ma il Consiglio ha preferito annullare”.

Un anno triste, commenta rammaricato Filippo Raimondo, presidente del Collegio Rettori, abbiamo sperato che la situazione migliorasse fino all’ultimo, poi abbiamo capito che non se ne sarebbe fatto nulla. Il Palio non meritava una forma ridotta e non potevamo certo festeggiare a gomitate".

Michele Gandolfo che con il Palio ci è praticamente nato e ora ne è Capitano spiega: “È come se mancasse l’aria: il martedì la cena con la commissione veterinaria, mercoledì e giovedì le visite, la presentazione del giovedì, le prove generali… tutte cose che davamo per scontate e ora mancano tanto, pensare di andare a qualche cena a propiziare il Palio del prossimo anno è qualcosa di doloroso”.

Più pragmatico l’ex Capitano del Palio, l’avvocato Paolo Bagnadentro: “Il Palio che non c’è, non c’è e non c’è per motivi estranei alla volontà. Trovo giusta l’idea di annullarlo e vivere solo un’idea di Palio. Attuare i riti invece è importante e conforme alla storia, prima della ripresa, per decenni non si era corso ma gli atti propiziatori si sono sempre tenuti. I Palii io li esporrei in Collegiata, magari uno al Museo del Palio".

Un altro ex capitano Enzo Clerico vede la città più triste: "Il virus ha modificato tutto, il Palio manca, sembra una città mesta. I detrattori del Palio non amano la città e le tradizioni".

LA QUESTIONE BARTOLETTI

Capitolo a parte merita la questione Bartoletti, Durante il Consiglio del Palio, martedì, il sindaco ha annunciato che a partire dal Palio 2021 i Comitati potranno nuovamente utilizzare Jonathan Bartoletti (Scompiglio) che venne squalificato nel 2013 per 10 anni dal Palio di Asti, in seguito alla morte del cavallo di Santa Maria Nuova Mamhutones. Spiega Rasero: "Era un'ingiustizia che andava sanata".

Bartoletti in un'immagine di repertorio

Dopo sette anni quindi il sindaco ha cancellato la sanzione erogata dall’allora capitano Enzo Clerico (Gandolfo era uno dei Magistrati). Se i Rettori sono rimasti senza parole e così anche il capitano Gandolfo ed Clerico stesso che preferiscono non commentare dicendo solo "La decisione era stata valutata molto bene e le motivazioni era state chiare e depositate agli atti", è sempre Bagnadentro ad entrare nel merito. “È una forzatura e sia come legale che come paliofilo rabbrividisco. Il Capitano è il giudice della corsa, che è dotata di un regolamento approvato del Consiglio del Palio, mentre il Comune (rappresentato dal Sindaco) ha il compito di organizzare materialmente la manifestazione.
Il Sindaco è beninteso uno dei componenti del Consiglio del Palio, tenuto, come tutti gli altri e più degli altri essendone il Presidente, ad osservarne le regole. E queste regole demandano al Capitano il compito di comminare le sanzioni e al Sindaco, sentita una Commissione appositamente costituita, di valutare eventuali ricorsi da presentare entro il termine di 20 giorni. Esauritosi tale procedimento (che nel caso di Bartoletti era avvenuto ben sette anni fa) la decisione, giusta o
sbagliata che sia, non è più modificabile
. L’iniziativa di Rasero sta dunque al di fuori del regolamento e mortifica l’autorità e la carica del Capitano, creando al contempo un inaccettabile precedente. A questo punto i Sindaci che si succederanno potranno a piacimento a distanza di anni, revocare sanzioni in barba a quanto deciso da un Capitano e da un precedente Sindaco. Sarebbe gravissimo se Gandolfo (pur dopo un comprensibile iniziale smarrimento), riducendo il proprio ruolo a quello di mero figurante della sfilata, non si imponesse e consentisse la presenza del fantino prima del decorso del termine di squalifica".

Bagnadentro, che in realtà non è mai stato neppure d’accordo sulla pesante sanzione a Bartoletti, bollata come “fatalità” definisce, quello di Rasero un “colpo di mano”. “Rispettare le regole è un valore, è un fine, ne va della dignità del Palio. Bartoletti deve essere considerato tuttora sotto squalifica ancora per i prossimi tre palii.: lo impone la dignità del ruolo del Capitano, lo impone un regolamento, lo impone un senso di dignità che dovrebbe pervadere l’intero Consiglio, lo impone la
credibilità del nostro Palio. La decisione del Sindaco è inefficace, sostanziandosi in una sorta di grazia non prevista nella giustizia paliesca".

Betty Martinelli

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