Ad Asti, allo Spazio Kor, torna Public, in collaborazione con il Comune di Asti, Fondazione Piemonte dal Vivo, Teatro degli Acerbi, Parole d'Artista, Mon Circo e Concentrica.
Il Festiva si avvale del sostegno della Fondazione CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo nell'ambito del Progetto PATRIC. Con questa rassegna, Spazio Kor è entrato a far parte di PERFORMING+, un progetto per Il triennio 2018-2020 lanciato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Piemonte dal Vivo con la colhborazîone dell'Osservatorìo Culturale del Piemonte, che ha l'obiettivo di rafforzare le competenze delle comunità di soggetti non profit operanti nello spettacolo dal vivo in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
Un ricco cartellone
Da novembre ad aprile 2021 un ricco calendario dal titolo “Oltre" che spazia dalla drammaturgia contemporanea alla danza, passando per il circo contemporaneo. A esso si affiancano una serie di eventi collaterali che confermano lo Spazio Kor come punto di incontro di nuove energie creative in ambito nazionale e internazionale
Spiega il direttore artistico Emiliano Bronzino: “Questa nuova stagione vive di diversi significati che si intrecciano. ll primo passaggio importante tornare a costruire assieme al pubblico il nostro senso di partecipazione e comunità. Allo stesso tempo è importante riuscire a continuare ad animare.questo luogo teatrale con spettacoli che rispondano al nostro desiderio di mischiare discipline diverse e che siano innovativi sull’uso dei linguaggi della messa in scena. Infine sulle tematiche che pervadono la stagione non si può non affrontare una riflessione sulla situazione che stiamo vivendo. Quest’ultimo punto è la chiave della nuova stagione: con questa nuova edizione di Public la nostra speranza è di riuscire a guardare “oltre” lo spazio e le limitazioni in cui possiamo agire, le differenze che ci separano, e le difficoltà che dobbiamo affrontare ogni giorno".
“Lo Spazio Kor continua ad intercettare nuovi pubblici - aggiungono il sindaco Maurizio Rasero e l’assessore alla cultura Gianfranco Imerito - e a metterli in contatto con quello già fidelizzato. La precedente stagione aveva come immagine un alveare, perfetta per descrivere l’operosità e la dedizione con la quale questo luogo produce miele per gli amanti della cultura e in particolare della drammaturgia contemporanea, in un’ottica collaborativa di rete, dimostrata anche durante l’ultima fortunata edizione di AstITeatro. Quello che l’Associazione Craft porta avanti con Spazio Kor è un progetto sempre più apprezzato anche oltre i confini cittadini, grazie a collaborazioni con affermati protagonisti del panorama teatrale nazionale e internazionale. Questo dimostra che dalla passione e dalla voglia di mettersi in gioco possono nascere professionalità che danno lustro alla nostra città, portando a ritorni occupazionali e di immagine importanti”.
Per Matteo Negrin, direttore della Fondazione Piemonte dal Vivo e della Lavanderia a Vapore Centro di Residenza per la Danza: “Ancora una volta lo Spazio Kor conferma le sue qualità di Nuovo Centro Culturale secondo il modello europeo, intercettando bisogni e urgenze del contemporaneo e mettendo a disposizione del territorio professionalità e competenze quanto mai intersettoriali".
Da Grand Mother al finale con il ritorno ad Asti di Oleanna
La stagione si apre il 14 novembre (con replica il 15) dalle 19 alle 21 con la performance installativa “Grand Mother”. Concetto, concezione e scultura Vincenzo Schino. Una spirale d‘acciaio di dodici metri di lunghezza sospesa nel vuoto. Attraverso eccltazlonl acustiche, l'acciaio risuona nello spazio. Gli spettatori possono entrare e camminare attraverso la sua forma, toccarla, ascoltare suoni e sentire vibrazioni, attaccare l'orecchio e capire le parole. Un guscio, un serpente, un'antenna che cattura e risuona.
L’evento sarà anticipato dall’11 al 13 novembre da una serie di incontri per costruire un’integrazione del contenuto sonoro della performance, con frammenti di registrazioni di persone anziane del territorio astigiano. Le interviste avranno come oggetto la memoria orale, le fiabe e la relazione con l’invisibile.
Si proseguirà, il 21 novembre, con “Mio eroe”, di e con Giuliana Musso, con la complicità di Alberto Rizzi, spettacolo che guarda alla guerra contemporanea, con un soggetto ispirato alla biografia di alcuni dei 53 militari italiani caduti in Afghanistan durante la missione ISAF (2001- 2014), la voce è quella delle loro madri, che testimoniano con devozione la vita dei figli che non ci sono più, ne ridisegnano il carattere, il comportamento, gli ideali.
L’11,12 e 13 dicembre si terrà l’attesa anteprima di “You can have sex in the kitchen – Architettura della disobbedienza”, prevista dalla scorsa stagione, creata da Emiliano Bronzino e Francesco Fassone, drammaturgia di Roberto Sinisi, con la consulenza scientifica del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano. Cast in via di definizione.
L’anno nuovo si aprirà, invece, il 17 gennaio con la messa in scena di “Kotekino Riff- Esercizi di rianimazione reloaded”, di e con Andrea Cosentino, Premio Speciale Ubu 2018, che riconferma anche quest’anno la collaborazione con la rassegna Concentrica.
Il 30 gennaio spazio alla danza con “Una giornata qualunque del danzatore Gregor Samsa", con Lorenzo Gleijeses, che cura anche regia e drammaturgia Eugenio Barba e Julia Varley. In scena assistiamo alla vicenda di un immaginario danzatore omonimo del protagonista de La Metamorfosi di Franz Kafka: Gregorio Samsa. Lo osserviamo svolgere la sua routine quotidiana mentre interagisce con una tecnologia pervasiva. Lo scopriamo dibattersi nella sua creatività, i cui risultati memorizza in vista di un imminente debutto.
Il 6 febbraio è di scena “Lo Psicopompo” scritto e diretto da Dario De Luca, con Milvia Marigliano e Dario De Luca, testo vincitore del Premio Sipario Centro Attori 2018, Premio UBU 2019 “Miglior progetto sonoro” a Hubert Westkemper, nomination a Milvia Marigliano come “Migliore attrice”. In scena un uomo e una donna, chiusi in casa, che si si confrontano sulla morte, sul desiderio di morte. Sia in maniera teorica che come fatto concreto.
Dal 15 al 21 febbraio dalle 18 alle 22 si terrà il laboratorio “Street Canary: aria per circensi o circensi per aria”, in collaborazione con Magda Clan – Mon Circo. Sarà l’incontro tra 6 acrobati professionisti del MagdaClan circo e un coro formato da persone che non sono mai salite su un palco, ma con il savoir faire del canto. Il coro sarà selezionato tra le realtà presenti sul territorio astigiano e darà vita ad una creazione estemporanea sul tema, appunto, dell'effimero. Lo spettacolo-restituzione del laboratorio si terrà il 22 febbraio alle 19, con ingresso libero, prenotazione obbligatoria.
Un ulteriore evento frutto della collaborazione con Mon Circo e pensato per i più piccoli si terrà il 7 marzo alle 21: allo Spazio Kor arriva “Respire”, di Cie Circoncentrique con Alessandro Maida e Maxime Pythoud, musiche dal vivo di Lee Petra. Come l’inspirazione lascia posto all’espirazione, due uomini agiscono in cerchio dentro stupefacenti rotazioni. Esplosività del corpo, prodezza tecnica, sonorità inedite e incessanti sorprese, ecco dove nasce l’universo di questi artisti. Respire è un’avventura circolare, un inno alla gioia di vivere e di essere, in tutta semplicità.
Il 13 marzo alle 21 tornano allo Spazio Kor Roberto Scappin e Paola Vannoni con “Tabù - Ho fatto colazione con il latte alle ginocchia”. Tabù. Ovvero contro il divieto di avere contatti con determinate persone, di frequentare certi luoghi, di cibarsi di alcuni alimenti, di pronunciare determinate parole, di mostrarsi indecisi, di fallire… E nessun pensiero non ammissibile alla coscienza. L’idea del progetto nasce dalla ricezione di una mail che rientra nella metodica nota di “estorsione sessuale”. Da qui l’idea di trattare il tema dei "divieti” partendo dalla sfera sessuale per attraversare e disvelare, attraverso una condivisione pubblica, le inibizioni a cui ci si sottomette nel privato e nel sociale, spesso preferendo differire o tacere.
Il 27 marzo alle 21 spazio a “Il Colloquio”, diretto da Eduardo Di Pietro, con Renato Bisogni, Alessandro Errico e Marco Montecatino. Spettacolo che prende ispirazione dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti presso il carcere di Poggioreale, Napoli. Tre donne, tra tanti altri in coda, attendono stancamente l’inizio degli incontri con i detenuti. Portano oggetti da recapitare all’interno, una di loro è incinta: in maniera differente desiderano l’accesso al luogo che per ognuna custodisce un legame.
Il 9 aprile arriva uno spettacolo atteso già nella precedente stagione, ma proposto in una nuova forma: “Questo lavoro sull’arancia”, di e con Marco Chenevier, e con Alessia Pinto. Cosa accade se uno spettacolo di danza, anziché come oggetto di linguaggio, viene costruita quale esperienza? Quante volte, nell' assistere ad uno spettacolo di danza avremmo voluto poter intervenire? Quante volte la noia, spesso determinata dal la perdita di senso, ci spingerebbe ad abbandonare la sala, o almeno ad esprimere il nostro dissenso? E quante volte nel vedere movimento, avremmo voglia di danzare, per “sentire” ciò che viene proposto?
Chiusura di stagione, il 18 aprile, con “Oleanna” di David Mamet, spettacolo – che in Italia debuttò proprio ad Asti nel 1994 con la regia e interpretazione di Luca Barbareschi – che verrà proposto nella versione ‘minimalista’ di Emiliano Bronzino e sarà interpretato da Elisa Menchicchi e Francesco Bolo Rossini. Il tema, attualissimo, sarà il confine tra il legittimo corteggiamento e le molestie, in un ambiguo scambio di accuse tra uno stimato professore universitario e una sua studentessa.
“Solitamente non presento miei spettacoli nell’ambito delle rassegne che dirigo – ha precisato Bronzino durante la conferenza stampa – ma stavolta ho fatto un’eccezione perché sarà il mio arrivederci a questo progetto”.
Una nuova direzione artistica
Infatti, dopo quattro anni di apprezzata direzione artistica che si concluderanno al termine della stagione appena annunciata, Bronzino passerà il testimone al duo composto da Chiara Bersani, figura di spicco del teatro internazionale, e Giulia Traversi che la affiancherà nel difficile percorso da direttore artistico.
“La proposta – ha affermato la Bersani – è arrivata, completamente inattesa, in pieno lockdown quando mi stavo già chiedendo che ne sarebbe stato di me, del mio lavoro nel caso i teatri non avessero più riaperto. Inizialmente ammetto che mi ha mandata nel panico ma poi, dopo un paio di telefonate con Giulia che è molto più razionale di me, ho accettato con entusiasmo e la consapevolezza di prendere un’eredità enorme: meravigliosa ma con un peso elevato”.
“Eravamo state qui allo Spazio Kor per un laboratorio – ha aggiunto la Traversi – ed eravamo rimaste colpite dall’esserci sentite subito ben accolte e integrate, per cui siamo davvero felici di potervi tornare ora in questa nuova veste”.
“Poiché lo Spazio Kor è uno dei pochi ambienti teatrali italiani interamente accessibili alle persone in carrozzina – hanno aggiunto le due neo responsabili – lavoreremo anche, in sinergia con un collettivo di artisti con vari tipi di disabilità, a spettacoli che siano realmente fruibili a ogni tipologia di pubblico”.