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Cultura e tempo libero | 09 ottobre 2020, 19:03

Bruno Gambarotta e il 'suo' Simenon, domenica 11 a Tigliole [INTERVISTA]

L'appuntamento, inizialmente previsto per le 17, sarà alle 18.30 per esigenze organizzative. "Sono rimasto folgorato dal libro La neve sporca"

Bruno Gambarotta e il 'suo' Simenon, domenica 11 a Tigliole [INTERVISTA]

Ironico, colto, preparato, uomo dalle tante anime, Bruno Gambarotta, astigiano doc, scrittore, attore, giornalista, conduttore televisivo e radiofonico, sarà, domenica 11 ottobre alle 18.30 al ristorante Mariuccia di Pratomorone. L'incontro, organizzato dal Comune di Tigliole, sarà un'intervista impossibile a George Simenon di cui  Gambarotta è estimatore e grande esperto.

La sua passione per Simenon nasce a 26 anni durante un'intervista per la Rai, quando faceva il cameraman...

Sì, fino ad allora, leggevo solo i classici del 900, pensavo che lui fosse 'solo' Maigret, invece sono stato poi folgorato da 'La neve sporca', un capolavoro. Comunque durante quell'intervista, come cameraman ero 'invisibile' e potevo osservarlo. Era rituale, in studio faceva sempre 12 passi, in giardino 144. Scriveva sempre con le matite perfettamente appuntite e solo la moglie, che poi batteva a macchina i testi, le temperava. Quando scriveva non si fermava mai e finiva un libro in sei giorni. Doveva infatti stare sotto controllo medico.

Lei è realmente come dicono il più grande esperto di Simenon?

Dicono di sì, il più grande esperto vivente.

Come è pensata questa 'intervista' a Simenon?

Impossibile appunto, perché lui non c'è, ma le risposte sono rigorosamente e filologicamente vere e precise, tratte da sue interviste reali. Sarà un appuntamento di 50 minuti, l'ho pensata per un gruppo di persone che amano la lettura. Mi interessa raccontare i retroscena, poi possiamo raccontare la sua vita, le sue peripezie.

Ci anticipi qualche curiosità

La sua vita è appassionante e tormentata, aveva le sue ombre, le sue manie, ha scritto con 18 pseudonimi prima di scrivere con il suo nome. Per me è un narratore, è come Conrad, ci sono pochi narratori e tanti scrittori. Nell'intervista qualcuno gli chiede: "Quando ti rileggi cosa fai?" e lui risponde "Cancello aggettivi, avverbi, se scopro di avere scritto una bella frase la cancello, perché il lettore deve leggermi perché gli sto raccontando una storia". Nei suoi libri non c'è una parola in più.

Ho lavorato con Fruttero e Lucentini e Lucentini conosceva 17 lingue. Per impararle, non usava la grammatica ma prendeva un romanzo di Simenon che conosceva leggendolo nella lingua che voleva imparare, usando il vocabolario ed era facile perché Simenon era lineare e usava pochi vocaboli. Un modello narrativo strepitoso.

Dopo l'incontro con Gambarotta ci sarà la cena con il fritto misto.

Betty Martinelli

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