Non si placano le polemiche attorno alla Casa di Riposo Città di Asti, la più grande in Piemonte e la seconda in Italia.
I sindacati soprattutto in questi ultimi giorni hanno voluto ricordare l'importanza della salvaguardia dei 150 posti di lavoro della struttura, ma anche delle condizioni degli ospiti presenti.
Il rischio è quello di creare diversi scompensi in seguito a una privatizzazione della struttura.
Proprio questa mattina era in programma una manifestazione davanti al Comune, che, per via delle nuove normative anti contagio, non si potrà svolgere fisicamente. Confermato, però, lo sciopero del personale.
Se nei giorni scorsi i sindacati avevano fatto notare diverse carenze negli anni da parte dell'Amministrazione, Mariangela Cotto, assessore alle Politiche Sociali, ricorda come la salvaguardia della struttura sia sempre stata tra le priorità della politica comunale.
"Non abbiamo mai dimenticato questa Casa di Riposo, ne abbiamo sempre parlato, anche durante il Consiglio Comunale aperto. Abbiamo seguito constantemente l'evoluzione con la Regione, anche per la salvaguardia dei tanti posti di lavoro", spiega Cotto.
La situazione delicata dei lavoratori preoccupa indubbiamente anche l'Amministrazione, che, però, non ha alcun dubbio. "Il discorso del privato è ormai l'ultima spiaggia. Non c'è da porsi il dubbio tra il pubblico o il privato. Il pubblico non ha i soldi per sistemare la situazione", conclude.
Intanto però i sindacati ricordano che "la struttura ospita anche persone in gravi difficoltà economiche o con disagi di natura mentale che, nel caso di un cambio gestionale, finirebbero inevitabilmente a carico dello stesso Comune”.