Procede, purtroppo senza sosta, il consumo di suolo agricolo.
“Edificazioni civili, opere pubbliche e nuovi insediamenti produttivi – chiarisce il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia, confermato oggi dall’Assemblea alla guida dell’organizzazione per i prossimi tre anni - in trent’anni hanno eliminato il 20% della superficie agricola utilizzata per l’espansione delle città e delle infrastrutture, per il degrado delle aree periurbane e per l’abbandono dei territori collinari e montani”.
Il problema, come evidenzia in una nota Confagricoltura, è acuito dalla combinazione del degrado del suolo, dell’erosione e dei cambiamenti climatici che ridurrà sensibilmente i raccolti, se non si interverrà con determinazione. Il suolo è un bene prezioso e non riproducibile: se si riduce la superficie destinata all’agricoltura diminuisce la possibilità di produrre cibo, mentre la popolazione mondiale aumenta e richiede sempre maggiori derrate alimentari.
L’anno scorso, in base alle rilevazioni dell’ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, si sono “persi” 21.400 chilometri quadrati sul territorio totale italiano. Questo significa che nel nostro Paese ogni giorno il suolo artificiale impermeabilizzato aumenta di 2 metri quadrati al secondo.
“Nella nostra provincia – spiega il direttore di Confagricoltura Asti Mariagrazia Baravalle, che ha voluto verificare il dato a livello provinciale - abbiamo consumato e quindi impermeabilizzato 13,2 ettari. È una superficie importante. Per rendere l’idea consideriamo che un campo da calcio, solo per quanto riguarda il terreno di gioco, ha una superficie di 7.140 metri quadrati: questo significa che nel 2019 nel nostro territorio abbiamo consumato una superficie di poco superiore a 18 nuovi campi da calcio...”