L’Epifania porta via tutte le feste. Ma questo non vale per migliaia di cittadini della provincia di Asti e Cuneo, per cui il Natale inizia oggi, giovedì 7 gennaio.
Sono i tanti cittadini macedoni che abitano da anni le colline di Langa, Roero e Monferrato, perlopiù braccianti tra le vigne. Molti di loro sono praticanti ortodossi. Per alcune popolazioni di questa comunità religiosa nella serata di ieri – quella che per noi è l’Epifania e che sancisce la fine di tutte le festività legate alla Natività – si è celebrata la vigilia di Natale con la rituale messa e la fine del digiuno.
Si tratta di comunità cristiane che contano i giorni basandosi sul calendario Giuliano, creato sotto il regno di Giulio Cesare nel 45 avanti Cristo. Perlopiù sono russi, serbi, macedoni, greci, georgiani e gran parte degli abitanti del blocco slavo a seguire questo calcolo dei giorni.
Non, ad esempio, i rumeni (altra comunità numerosa presente nel cuneese e nell’astigiano) i quali, nonostante siano per la maggior parte fedeli ortodossi, calcolano le proprie festività sulla base del calendario Gregoriano. Festeggiando, quindi, il Natale il 25 dicembre come nella nostra tradizione cattolica.
Nel Natale cristiano ortodosso si celebra la nascita di Gesù e si sancisce la fine di uno dei quattro digiuni che i credenti praticano durante l’anno: in quello di Natale (che dura poco più di un mese) non si può mangiare carne, uova, formaggi e altri tipi di alimenti. Si può mangiare, in giorni stabiliti, il pesce. Mentre nel digiuno di Quaresima, il più importante nella tradizione ortodossa, per 40 giorni non si può mangiare nemmeno il pesce e non si può utilizzare olio in cottura. Ci sono poi due digiuni “minori”: quello apostolico (nei giorni di S.S. Pietro e Paolo) e quello dell’Assunzione (intorno a Ferragosto).
Tra Langhe, Roero e Monferrato vivono e lavorano circa 6mila macedoni. Come da tradizione questa mattina si è svolta la tradizionale messa presso l’arciconfraternita di San Michele Arcangelo a Neive. Altre celebrazioni a Canelli e a Nizza Monferrato. Messa che ha visto un ridimensionamento a causa delle norme anti contagio.
“Solitamente la chiesa ha una capienza di 350 persone – spiega Padre Matevski Mihajlo, conosciuto come padre Michele – Oggi eravamo ben al di sotto della metà. Al termine del rito, solitamente, si sta in casa con i parenti e anche noi ci scambiamo i doni. Vista la nostra “diaspora” in certi casi anche lo scambio dei doni viene fatto il 25 dicembre, come nella tradizione cattolica. Lo stesso vale per l’albero. Anche noi li addobbiamo, ma li disfiamo intorno al 14 gennaio. Per noi quella è la data del Capodanno e si celebra Santo Basilio Grande. Mentre la nostra “Epifania” slitta al 19 gennaio.”
“Quest’anno tutto è un po’ saltato a causa del Covid. – continua padre Michele – La messa è stata fatta rispettando tutte le norme. Ma ad ogni modo c’è stata meno partecipazione. Molti pensano al lavoro, molti bambini che di solito partecipavano alla messa, oggi non erano presenti perché non si possono permettere di saltare la scuola. Tanti sono impauriti. Quest’anno è stato complicato tenere unita la comunità. Da quando sono arrivato nel 2008 penso sia stato il periodo più difficile. Per fortuna internet ci ha tenuto uniti. Molti fedeli non potevano uscire dal proprio comune per partecipare alle messe. Ho chiesto a molti di loro di stare a casa e di pregare. Magari non siamo riusciti a stare insieme fisicamente, ma abbiamo cercato di farlo spiritualmente.”
Le norme anti-Covid fermano anche il rito dell’abluzione nelle acque fredde del Tanaro. Una tradizione che ormai era entrata nel novero degli appuntamenti di gennaio in provincia di Cuneo. Si tratta della processione dei fedeli il 19 gennaio, giorno della loro Epifania. Per i cristiani delle chiese orientali si celebra il battesimo di Gesù Cristo con le divine liturgie e la benedizione solenne delle acque che si fa sia in chiesa e sia lungo corsi d’acqua, sulle sponde di laghi o in riva al mare.“Nessuno ci ha vietato di fare la processione e il rito del 'tuffo' nelle acque fredde del Tanaro – conclude Padre Michele – ma per quest’anno è meglio rinviare. Sarà un momento di preghiera. La fede si può dimostrare in tanti modi.”