Rose di plastica ...amore usa e getta, per cui San Valentino perde ogni anno la testa! Eppure anche noi.
Dall’incipit di questo articolo ai saldi costanti e convincenti, ricorriamo agli slogan dato che funzionano bene, benissimo.
Tanto che viene spontaneo chiederci quanta forza serva per convincerci, e se avessimo un’opinione da dirottare in partenza. Dai riti arcaici di propiziazione per la fertilità, al consumo per l’amore, fino all’amore per il consumo (di massa), ogni cosa sembra essere al suo posto nella “nostra” Modernità; i riti periodici e ricorrenti della pulsione economica che assomiglia al battito di un cuore commuovono nella loro sbalorditiva ritmicità. La giornata che compriamo, tanto, ha l’etichetta “eco”.
Prima della festività cristiana e cristianizzante, nei Lupercali si festeggiava anticamente la morte e rinascita della natura, contrapposizione in cui spesso ci si può imbattere nelle religiosità cultuali. Tutt’altro che immediato riscoprire la socialità nel periodo storico in cui ci siamo ritrovati, ma l’Amore che conosco è rinnovamento e memoria, costanza; spontaneità consapevole. Il vero valore della cultura cede il passo ad una scienza che le rimprovera la mancanza di utilità, esattamente quando la priorità è aggiustare il calibro per limitare i danni.
Chi ama sa che Amore necessita fiducia, non possesso. Questa opinione potrebbe essere applicata concettualmente al binomio Terra/noi, ma rimarrebbe una massima che, per quanto centrale ed attuale, non indica i passaggi intermedi. Senza sbilanciarsi in una ricetta per un ecologismo generalizzato, ricorderei che le massime necessitano sovente di essere adattate alla situazione corrente, così come i nostri pensieri e gesti per trovare spiegazione devono essere contestualizzati.
La Scienza di cui abbiamo dunque bisogno è trasversale, deve tuttavia ovviare ad un processo secolare di distruzione ambientale. Scienza di cui uniche condizioni di vendita siano la responsabilità sociali nella giusta misura. Il prezzo delle mode non è solamente sociale, ma anche relativo alla crisi del sistema Terra, di cui siamo pur sempre parte dipendente. Il prezzo di San Valentino, del consumismo materiale ed anaffettivo, non è solo il numero sullo scontrino, ma parte di un processo il cui risultato, al giorno d’oggi, non si prospetta brillante.
Al di là di ogni idealizzazione, l’Amore che dobbiamo riscoprire non è solo visivamente appagante, ma ha voce e coscienza. Impariamo prima di tutto ad amare, diamo voce alla Scienza come forma di rispetto reciproco, come gesto di speranza e come tutto ciò che la trasforma in realtà.