L’Assessore regionale all’ambiente Matteo Marnati ha scelto il luogo forse meno appropriato per lanciare l’ipotesi della costruzione di due o tre nuovi inceneritori in Piemonte: l’ha fatto mentre era in visita al Festival dell’Economia Circolare di Alba.
Domande immediate:
-L’assessore Marnati ritiene che il termovalorizzatore Trm del Gerbido non sia più sufficiente?
- I rifiuti indifferenziati che finiscono nell’inceneritore sono forse troppi? Ci si è chiesto perché?
- Il rispetto alle “tre R” capisaldi dell’economia circolare “Ridurre, Riutilizzare, Riciclare” è stato avviato ?
- Le aziende di packaging hanno già avviato la conversione industriale con materiali riciclati e biodegradabili?
- I cittadini sono stati messi nella condizione di avviare azioni virtuose per produrre meno indifferenziata?
- Le istituzioni hanno avviato i giusti processi per abbattere gli sprechi?
- L'’emissioni tossiche come monossido di carbonio, ammoniaca, carbonio organico, ossidi di azoto sono esauriti?
- L’Energia circolare non dovrebbe portare a un minor consumo di materia prima e meno spreco?
- L’Europa non sta forse indirizzando i Paesi membri a sviluppare sempre più processi per lo sviluppo l’economia circolare?
L’assessore Matteo Marnati, prima di avanzare proposte in contrasto netto alla auspicata cultura ambientalista che il suo ufficio dovrebbe promuovere, dovrebbe essere in grado di darsi e di dare, con obiettività, risposte alle domande, agli interrogativi, ai dubbi che i cittadini e le associazioni ambientaliste si pongono sugli effetti che le sostanze immesse nell’ambiente dagli inceneritori provocano sulla salute di tutti noi.
Siamo rimasti colpiti anche dalle dichiarazioni del presidente di Gaia Spa, Luigi Visconti, il quale vorrebbe attirare investitori per la realizzazione nell’Astigiano di un inceneritore. Si tratterebbe di un investimento da 300 milioni per bruciare ciò che, attualmente, non si è in grado di riciclare o riutilizzare.
Se è vero quello che dichiara: ”il futuro non è buttare i rifiuti in discarica” e se veramente prevede di non più ampliare la discarica di Cerro Tanaro, allora gli consigliamo, se non lo avesse ancora fatto, di trovare investitori per realizzare un impianto per il trattamento del percolato e per le bonifica del sito riportando quell’area nelle condizioni di “Prato Verde”.
Fa bene il sindaco di Moncalvo Christian Orecchia a rimanere sbalordito nell’udire il presidente Guido Gabotto di Cosmo (Consorzio casalese rifiuti che raggruppa 44 Comuni del Casalese ed anche la città di Moncalvo) proporre ai soci la realizzazione di un piccolo inceneritore in località Roncaglia da 5 milioni di euro dove è già in essere una discarica.
Condividiamo anche le preoccupazioni di parte dell’opposizione del Consiglio Comunale di Asti - i consiglieri di “Unitisipuò” Mauro Bosia e Michele Anselmo - per la carenza di indicazioni e investimenti atti a concretizzare processi di sviluppo per un’economia circolare.
Potremmo continuare a porci interrogativi per affermare il nostro No agli inceneritori , ma ci fermiamo qui. Ci basta affermare che gli inceneritori fanno parte di quella cultura che ha prodotto, negli anni, danni innegabili e quei gravi problemi ambientali, corresponsabili ormai accertati anche al dilagare del Covid.
L’economia “lineare” che ha creato discariche, inceneritori e inquinamento del Pianeta è l’opposto all’economia “circolare” che oggi l’umanità tutta deve promuovere con urgenza per garantire il futuro delle prossime generazioni.
Giuseppe Sammatrice - Patrizia Montafia (Coportavoce della federazione provinciale di Asti dei Verdi-Europa Verde)