L'ultima domenica in giallo degli astigiani, ieri, sotto il sole e con temperature primaverili, ha avuto quasi il senso malinconico che si accompagna a qualcosa di ineluttabile.
Un ultimo giorno dove poter mangiare fuori a pranzo o consumare un aperitivo con gli amici, sia pure entro le 18.
Una situazione alla quale ci stiamo abituando, va detto, con il tira molla dei colori e una limitazione forte alla libertà, alla quale abbiamo rinunciato ben volentieri per aiutare la soluzione nei confronti di un virus che sembra non volerci lasciare, creando non pochi problemi di natura sociale, sanitaria ed economica.
Sotto il sole... la speranza di uscirne
Ieri un'Asti soleggiata ha mostrato tante persone in giro, quasi volessero fare più cose possibili, famiglie in giro, gruppi di amici, quasi tutti con il rispetto delle mascherine, meno dei distanziamenti.
In piazza Alfieri anche il banchetto della 'Giornata delle Figurine", apprezzatissima manifestazione che il suo patron, Andrea Morando, ha allestito nell’ambito della mostra mercato dell’antiquariato, in attesa della giornata che si dovrebbe tenere a maggio. Il ricavato della vendita di tutte le figurine, tra cui anche alcuni pezzi rari di particolare valore, verrà devoluto in beneficenza.
Quando si tornerà alla normalità?
"Per me non cambierà molto da domani - spiega la giovane Federica- quello che mi dispiace è vedere che ci sono troppe persone che dovrebbero dare l'esempio, che non rispettano le regole. Parlo di mascherine ma anche di locali che allungano gli orari o non rispettano le norme all'interno. Così è inutile cambiare i colori".
Per molti giovani è stata l'occasione per riunire un po' di amici: "Chissà quando potremo di nuovo sederci ad un tavolo per un aperitivo".
E anche il rito dell'aperitivo cambia forma, ci si è adattati, anticipandolo e pare che davvero le persone se lo gustino di più. Qualcuno purtroppo è già alticcio alle 17 del pomeriggio.
Le forze dell'ordine vigilano con discrezione che le regole vengano rispettate, ma si capisce che anche loro si sentono un po' impotenti.
Lavori per rispettare le regole, ma non bastano mai
"Basta - tuona un avventore di un bar del centro - non ne possiamo più", mentre i commercianti mestamente pensano a come risolvere i problemi economici, consapevoli che l'asporto o il delivery non potranno coprire le spese.
Stefania Penna del bar Lo Stregatto, rimarca di aver sistemato il suo dehor con il riscaldamento, "Ma da domani, torniamo a pensare a come riuscire a pagare le spese e le bollette". Sulla stessa linea anche Sergio Zito dell'Hard e Bruno Violato, titolare della Buta e del ristorante Il Podestà