Il presidente della Regione Alberto Cirio ha scritto al Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per avere un elenco definito di quelle categorie di lavoratori che forniscono beni essenziali e che potranno quindi richiedere la didattica in presenza per i propri figli: “Gli Istituti Scolastici - si legge nella lettera di Cirio - sono già attivi per garantire attività e lezioni in presenza ad alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali e quando sia necessario l’uso di laboratori, così come previsto dal citato Decreto; si tratta delle sole deroghe alla sospensione delle attività in presenza”.
Nella circolare ministeriale del 4 marzo scorso, analoga a una precedente di novembre 2020, si davano anche indicazioni perché si ponesse l’attenzione agli alunni figli di personale sanitario direttamente impegnato nel contenimento della pandemia e anche ai figli del personale impiegato presso altri, “non meglio specificati”, servizi pubblici essenziali.
“Al fine di fornire dettagliate informazioni alle Famiglie ed alle Autonomie Scolastiche, sono a richiedere quali siano il fondamento giuridico e le indicazioni operative alla base della richiamata Circolare, oltre che l'elenco delle categorie professionali i cui figli potrebbero richiedere la frequenza scolastica in presenza”, si legge ancora nella lettera del Governatore della Regione Piemonte.
Il DPCM del 2 marzo, comunica il Ministero, prevede la possibilità di frequenza in presenza solo per gli studenti disabili e per le attività di laboratorio. Non è contemplata tale possibilità per i figli dei lavoratori di servizi essenziali, richiamati nella Circolare ministeriale del 4 marzo.