Icomos, Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti, è un'organizzazione non governativa, organo consultivo dell'Unesco. La sua missione è quella di promuovere la conservazione, la protezione, l'uso e la valorizzazione di monumenti, complessi costruiti e siti. Dal 1982, ha istituito il 18 aprile come Giornata internazionale dei monumenti e dei siti, occasione annuale di pensieri e proposte a favore del patrimonio culturale di tutti.
Quest’anno il tema portante dell’iniziativa verteva sull’invito a riflettere, reinterpretare e riesaminare le narrazioni esistenti, da cui il titolo Passati complessi: futuri diversi. Per chi sta lottando, come la Comunità Patrimoniale Faro Astesana, per ritrovare in un nome, Astesana, la conservazione del patrimonio culturale di un intero territorio, non si è che potuto gioire e condividere quanto discusso e proposto domenica. Alla base l’evidente necessità di un esame critico del passato, a contrasto di omissione e cancellazione di certe narrazioni e del privilegio di alcune storie rispetto ad altre, in cui non possiamo che ritrovarci pienamente. Anche perché il deterioramento o la scomparsa di qualsiasi elemento del patrimonio culturale o naturale costituisce un dannoso impoverimento del patrimonio di tutte le nazioni del mondo, così affermava la Convenzione sul patrimonio mondiale, , già nel 1972. Anno in cui, dalle nostre parti, difficilmente si sentiva parlare di denominazioni territoriali diverse da Astesana, Astesano o Astigiano, le uniche ad essere usate come vettori di sviluppo territoriale, a riunire comunità e motivarne orgoglio e partecipazione.
Scoprire e generare narrazioni che rappresentino il variegato e distintivo patrimonio di culture e comunità diverse è il solo modo, così dice Icomos e ci piace molto, per guardare ad un futuro giusto, facilmente condiviso da tutti. A contorno della Giornata sono stati anche ripresi ed ampliati concetti bellissimi, da tempo portati avanti, come la diversificazione e la decolonizzazione del patrimonio, l’importanza di inseguire culture condivise, patrimoni condivisi e responsabilità condivise. Argomenti troppo importanti e comuni per non gratificarsene e trovarvi conforto e stimolo.
Non paghi poi di tutta ‘sta manna, l’altro ieri, la loro sede italiana ha organizzato un gustoso seminario sulla rivitalizzazione e valorizzazione di piccoli comuni e borghi, fondamentali risorse per la ripresa post pandemia. Argomento principe delle attività di Faro Astesana negli ultimi tre mesi, per cercare di stimolare attenzione ed interesse locale sulla tendenza all’abbandono delle aree metropolitane verso i piccoli centri, alla ricerca di una migliore qualità della vita. Che dire, bravi e grazie.
A ‘sto punto, fatto trenta, volessero fare pure trentuno, male non farebbe ricevere un qualche supporto a smuovere l’attaccamento al passato complesso dell’ente gestore dei nostri Patrimoni vitivinicoli Unesco e del consorzio di promozione turistica che ci lega a Langhe e Roero.