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Scuola | 31 maggio 2021, 09:47

I giovani e la violenza psicologica sulle donne: sono ancora troppi i "Non va bene, ma lo accetto"

L'indagine astigiana portata avanti da Sos donna. Hanno partecipato più di cinquemila studenti

Immagine realizzata da una studentessa del "Monti" per SOS donna

Immagine realizzata da una studentessa del "Monti" per SOS donna

I giovani e la violenza psicologica sulle donne: in quanti la sanno riconoscere, quanti la mettono in atto, la subiscono, la tollerano o la rifiutano? In sintesi: quale percezione hanno i ragazzi su questo problema?

Tema impegnativo e delicato i cui contorni sono ora più chiari: attraverso "Ti rispetto", il questionario online promosso dal progetto SOS donna, hanno detto la loro 5024 giovani tra i 15 e i 20 anni delle scuole superiori di Asti (1576 ragazze, 48,53%; 1486 ragazzi, 51,47%) e Crotone (rispettivamente 1119, 57,03% e 843, 42,97%).

Le idee dei giovani di nord e sud

Due realtà messe a confronto per capire se sullo stesso tema i giovani del Nord e del Sud manifestano opinioni e comportamenti uguali o differenti. Altri 364 universitari di Astiss tra i 21 e i 55 anni (299 donne, 82,14%; 65 uomini, 17,86%) hanno risposto alle stesse dieci domande del questionario creando così, a loro volta, un confronto tra le risposte degli adulti e quelle dei giovani.

Focus dell'indagine: appurare se, e in che misura, l'universo femminile giunge a percepire quegli elementi disadattivi, precursori di attuali, ma - e soprattutto - futuri presagi di maltrattamenti psicologici che potrebbero incrementarsi ed estremizzarsi sino alla violenza oltre che psicologica (intimidazioni, ingiurie, insulti, accuse, denigrazioni e minacce) anche fisica, generando la cosiddetta Sindrome della Donna Maltrattata: stati d’ansia, sintomi psicosomatici, disistima, isolamento, perdita del senso di sé e depressione.

"E' un grande risultato che, in pochi mesi, 5388 persone si siano misurate sul problema, mettendo in campo percezioni, conoscenze e vissuti personali: questa esperienza fornisce molto materiale su cui riflettere e costruire le azioni future di SOS donna" commenta Silvana Nosenzo, presidente di Agar, associazione che ha promosso il questionario insieme al Soroptimist Club di Asti e Crotone con la collaborazione dell'associazione Libera. Anche questa iniziativa è stata voluta dal Consiglio Regionale del Piemonte, che da due anni sostiene SOS donna insieme a numerosi altri enti e associazioni del territorio.

Da questa mattina online

Il questionario e l'analisi delle risposte. Domande e risposte sono pubblicate da questa mattina sul sito web www.sos-donna.it

Dieci i quesiti riferiti alla vita di coppia di Francesca, 17 anni, e Luca, 20. L'attenzione è puntata sui comportamenti di lui verso di lei e sui quali chi compila il questionario è chiamato a esprimersi. Vediamo due esempi.

La sera, nell'ultima telefonata prima di dormire, Luca chiede a Francesca di mandargli una foto per sapere se lei è a casa con i genitori e non in giro con le sue amiche. Questo comportamento "non va bene" per l'85,83% dei ragazzi astigiani, l'82,06% dei crotonesi, il 92,31% degli universitari astigiani. Invece "va bene" rispettivamente per il 4,15%, il 6,22%, l'1,92%. "Non va bene, ma lo accetto" per il 10,03%, 11,72%, 5,77%.

Altra situazione: Francesca è sempre più in crisi e dice a Luca che lo vuole lasciare. Lui risponde che non può vivere senza di lei perché lei è sua. "Non va bene" per l'89,91% dei ragazzi astigiani, l'86,44% dei crotonesi, il 91,76% degli universitari. Subisce, ma comunque accetta, rispettivamente il 6,96%, 7,19%, 2,75% degli intervistati. "Va bene" per il 3,14%, 6,37%, 4,49%.

Culture diverse, sentimenti uguali

L'esame delle risposte porta lo psicologo e psicoterapeuta Delfino Pellegrino, consulente per il progetto SOS donna, ad affermare che le percentuali riguardanti i 15-20enni di Asti e Crotone "sono significativamente equivalenti". "Forse perché - riflette Agnese Agostinacchio, presidente del Soroptimist di Crotone "le culture delle due città restano differenti, ma i sentimenti e i problemi dei giovani sono gli stessi. E' molto positivo che tanti maschi abbiano risposto ai test con un coinvolgimento attivo, come segnalano i docenti".

Rispetto alla percezione che i giovani hanno della violenza psicologica, concentrandosi in particolare sulla fascia 15-18 anni e sulle risposte "va bene" e "non va bene, ma lo accetto" riferite ai comportamenti irriguardosi di Luca verso Francesca, il dottor Delfino sottolinea: "Vi è una purtroppo significativa percentuale piuttosto inquietante, perché pare che l'universo femminile non pensi alle conseguenze a lungo termine. Le risposte sembrano infatti limitate al qui e ora, il che, per certi versi costituisce un preoccupante aspetto, coagulato e giustificato al tempo stesso, poiché paradigmatico di buona parte delle nuove generazioni in quanto che esse, che piaccia o no, rappresentano il riflesso dello spettro dell'attuale cultura, iniettrice di promozioni atte a elicitare conativamente e in abbondanza il consumo di nuove esigenze e costumi sociali: la cultura dell'Immagine, della Velocità e del Piacere Immediato".

Soprattutto nella fascia dai 15 ai 17 anni, indica lo psicologo, le ragazze non paiono percepire il valore del rispetto verso il genere femminile: "Le donne dispercepiscono e i maschi propongono disinvolti proprio quegli atteggiamenti e comportamenti che invece andrebbero percepiti e respinti".

E Gloria Fasano, psicoterapeuta che ha partecipato alla stesura del questionario per conto del Soroptimist di Asti: "Colpisce come la risposta 'non va bene, ma lo accetto' sia percentualmente significativa tra i ragazzi più giovani, mentre la consapevolezza del rispetto che si deve richiedere dal partner pare accresca con l'età. Ciò porta a individuare questa fascia evolutiva come il target cui indirizzare interventi educativi mirati".

Un secondo coinvolgimento

I risultati dei test saranno inviati in questi giorni alle scuole che hanno aderito a "Ti rispetto" (ci sono anche classi di Casale e Torino), segnando un secondo momento di coinvolgimento per i giovani intervistati. La diffusione dei dati non sarà peraltro limitata al mondo scolastico, come anticipa Maria Bagnadentro, presidente del Soroptimist di Asti: "Apprezzo la grande professionalità dimostrata da SOS donna nel raccogliere ed elaborato i dati, realizzando così una ricerca davvero interessante e curata che merita di essere portata all'attenzione dell'intera popolazione".

L'esperienza di "Ti rispetto", con i 5388 questionari compilati, conferma che il lavoro di squadra produce effetti importanti: accanto ad Agar, Soroptimist, Libera, Consiglio regionale, hanno concretamente operato Questura e Carabinieri di Asti (i quesiti hanno tenuto conto delle segnalazioni delle vittime alle forze dell'ordine), Anci Piemonte, Provincia, Asl AT, Cisa-Asti Sud, Cogesa, Fondazione CrAsti, Banca di Asti, Uni-Astiss Polo Universitario Rita Levi-Montalcini, Biblioteca Astense Giorgio Faletti.

Comunicato stampa

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