Nella mattinata di mercoledì scorso, 16 giugno, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato è stata presentata la candidatura del volontariato come Patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO. Tappa fondamentale del percorso che i promotori auspicano possa portare al riconoscimento di quel patrimonio di passione e dedizione rappresentato dal grande e operoso mondo del volontariato.
In questo doloroso periodo di pandemia abbiamo toccato ancora una volta l’importanza del volontariato e, nella logica di promuoverne sempre di più i valori e la pratica, il dossier di candidatura partito da Roma verso Parigi è un bellissimo segnale.
Gli elementi italiani iscritti nella lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale sono quattordici. Lista eterogenea che spazia dal canto a tenore sardo all'arte del pizzaiolo, dalla transumanza all'alpinismo. Tanti valori, con la certezza che quelli insiti nel concetto e nell'operato del nostro volontariato ci starebbero proprio bene.
E' pleonastico sottolineare che il volontariato sia un’energia irrinunciabile della società, ma preferisco caderci sottolineandolo pure con forza. Un'energia espressa da oltre sei milioni di volontari attivi in Italia, di cui quattro milioni operativi in associazioni e organizzazioni strutturate; una forza incredibile e autentico motore della nostra società. Una rete sociale indispensabile per costruire cambiamenti e dare grandi esempi di educazione al bene comune. Insomma, chiederne il riconoscimento di bene dell’Umanità è un’idea fantastica, giusta.
Anche da Asti è partito di recente un dossier, inviato al Centro per il volontariato europeo, organizzatore del concorso Capitale europea del volontariato, che, sempre mercoledì scorso, casualità, ha annunciato i nomi dei candidati al titolo per il 2023. Asti c'è, assieme a Birgu (Malta), Oeiras (Portogallo) e Trondheim (Norvegia).
La nostra catena di valori è composta da oltre 70 associazioni che tendono ogni giorno la mano, e ora lo hanno fatto insieme per promuovere questa eccellenza astigiana. Sarebbe bellissimo festeggiare la buona riuscita dei due dossier, anche se in tempi diversi: l'iter Unesco è di almeno un paio d'anni, la nomina a Capitale è già calendarizzata per dicembre 2021.